Carlo Nordio, che ricopre l’incarico di Ministro della Giustizia nel Governo di Giorgia Meloni, ha le idee chiare in merito a quelli che saranno i cambiamenti da apportare nei prossimi mesi. L’esponente di Fratelli d’Italia ne ha parlato uscendo dal Quirinale dopo il giuramento. “Attuazione del codice Vassali, un codice firmato da una medaglia d’argento della resistenza. Revisione dal codice penale firmato da Mussolini di cui però nessuno parla”, queste le priorità come riportato da Rai News.



Inoltre, l’obiettivo è quello di dare una scossa al sistema. “La prima emergenza è quella economica, bisogna intervenire in quella parte della giustizia per velocizzare i tempi così da aiutare l’economia. Semplificando le procedure e identificando bene le competenze, facendo anche la spending review per spendere al meglio le risorse”. Tra i primi provvedimenti annunciati, molti erano stati già annunciati col centrodestra all’opposizione. “Servono riforme urgenti e meno divisive verso la politica e la Magistratura. La separazione delle carriere è nel nostro programma e ne sono molto convinto perché fa parte del metodo Vassalli”.



Carlo Nordio, Ministro della Giustizia, svela le prime mosse del Governo di Giorgia Meloni

La linea del Governo di Giorgia Meloni in merito alla Giustizia è netta. Il neo Ministro Carlo Nordio non ha esitazioni nell’esporla. “In questo momento è importante concentrarsi sul pratico, integrando gli organici, velocizzando i processi, rendere la Giustizia più efficiente perché questi ritardi ci costano il 2% del Pil”, ha riassunto dopo il giuramento come riportato da Rai News.

E sulla riforma Cartabia: “Con la Ministra avremo un incontro, andava nella direzione giusta ma naturalmente aveva dei limiti, perché le leggi le fa il Parlamento e lei era limitata da un Maggioranza composita e giustizialista. Oggi abbiamo delle idee molto diverse anche perché la velocizzazione della Giustizia passa per una forte depenalizzazione dei reati, eliminare questo pregiudizio che la sicurezza o la buona amministrazione siano tutelati dalla legge penale”, ha concluso.