Carlo Nordio, ministro della Giustizia, ha rilasciato la sua prima intervista da quando è entrato in carica ai microfoni del quotidiano “La Repubblica”, smentendo subito le voci secondo le quali Giorgia Meloni lo starebbe marcando “a uomo”. Secondo il Guardasigilli, si tratta di una ricostruzione enfatica e figlia della volontà di polemizzare: “Con Giorgia il rapporto non è solo di assoluta lealtà, ma anche di reciproca stima, e direi di amicizia -ha asserito –. Lei conosceva i miei scritti quando mi indicò per il Quirinale, e io le sue idee. Le abbiamo conciliate nell’ottica di una riforma globale della giustizia, nel duplice segno garantista”.



La norma del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, circa la richiesta d’asilo per i migranti da rivolgere al Paese a cui appartiene la nave che li ha salvati, non pone in condizione di imbarazzo il ministro Carlo Nordio, il quale ha voluto fornire il proprio punto di vista in merito alla questione: “La mia idea, che manifesto da anni, è molto semplice. È conforme al diritto internazionale e agli accordi di Dublino: se una nave salva, com’è suo dovere, dei naufraghi in acque internazionali, lo Stato di primo accesso è quello di bandiera della nave. Se la nave è tedesca, è come se i migranti fossero sbarcati ad Amburgo. Il comandante ha il dovere di registrarli, e poi portarli, per l’assistenza nel più vicino porto sicuro. Ma poi devono andare in Germania”.



CARLO NORDIO: “DL ANTI-RAVE PUÒ ESSERE MODIFICATO E PERFEZIONATO”

Sempre sulle colonne de “La Repubblica”, Carlo Nordio ha detto la sua anche sul dl anti-rave: “La norma è stata creata perché l’attuale articolo 633 del codice penale era stato scritto quasi cento anni fa per tutelare i proprietari di beni immobili da invasioni di mandrie di bestiame – ha sottolineato –. Oggi si tratta di tutelare l’incolumità e la salute, quando alcuni eventi espongono questi beni a pericoli gravi. Naturalmente la norma può essere modificata e perfezionata. Quanto alle intercettazioni essa non le impone affatto, semmai le lascia alla valutazione del magistrato”.



In materia di ergastolo ostativo, invece, Carlo Nordio ha reso noto che ritiene la condanna al carcere a vita come i moderni teologi intendono l’inferno: esiste, ma con la tendenza a svuotarsi e, se qualcuno si pente, la misericordia di Dio è infinita. Ma, ha aggiunto, “almeno un gesto di buona volontà ci dev’essere. Se un criminale si ostina a rimanere tale anche in carcere, non possiamo essere più misericordiosi del Signore, che esige un minimo di redenzione.  Sarebbe un atto di arroganza blasfema. E così è per l’ergastolo ostativo. Dove sarà il giudice a decidere, proprio perché è stato eliminato l’automatismo, secondo le indicazioni della Corte”. Infine, una promessa: Riuscirò a riformare il codice penale firmato da Mussolini in senso liberale con la pena proporzionata al crimine secondo la Costituzione”.