Si celebra oggi la Giornata internazionale dell’Educazione, ricorrenza che l’Unesco focalizza quest’anno sull’”apprendimento per una pace duratura”. Secondo Carlo Petrini, inventore di Slow Food, “se c’è un aspetto che può trasmettere valori come la condivisione, l’ospitalità, il meticciato, il rispetto verso le altre culture e verso la biodiversità, questo è il cibo”, spiega su La Stampa. Per questo l’esperto si dice “convinto che comprendere l’alimentazione come strumento sociale, politico e culturale possa risultare determinante per affrontare le numerose sfide che abbiamo davanti”. Per far passare questo messaggio è “necessaria una società civile più informata e più educata sui temi del cibo e sulle dinamiche sociali, economiche e ambientali che ne sottendono”.



Il gastronomo spiega ancora:“ Parto col dire che una corretta educazione alimentare può fornire importanti strumenti per contrastare il riscaldamento globale di cui il sistema alimentare è vittima (per via dell’aumento delle temperature e di eventi climatici estremi sempre più frequenti) e carnefice (perché responsabile del 37% delle emissioni di gas serra). Una crisi che causerà, nel prossimo futuro, guerre e sofferenze perché compromette l’accesso delle popolazioni a terreni fertili (quindi al cibo), e il cui legame con i sistemi alimentari non è ancora stato intercettato neppure dai giovani: senz’altro i più sensibili alla questione ambientale”.



Petrini: “Educazione alimentare fondamentale per una cultura della pace”

Carlo Petrini, sulle pagine de La Stampa, parlando di alimentazione sottolinea: “Ad aver ben individuato la connessione tra cibo e clima è sicuramente il comparto produttivo, sia quello di piccola scala – che spesso ne subisce gli effetti in maniera determinante – sia quello industriale che, oltre ad arrecare i danni peggiori, tende sempre più a tingersi di ‘verde’ senza alcuna veridicità. In questo particolare periodo storico l’educazione alimentare è quindi un punto dirimente anche per contrastare il largo uso di ‘greenwashing’ che viene fatto nella pubblicità alimentare (nella quale in maniera spudorata si racconta di tutto e di più)”.



A detta dell’esperto, è appurato da numerosi studi che le d’eccessive quantità di zucchero presenti nei cibi ultraprocessati generino una dipendenza maggiore “delle droghe pesanti. Il tutto condito dal fatto che quanto più zucchero viene ingerito, tanti più saranno quei picchi glicemici costanti che causano uno stato infiammatorio diffuso nel nostro corpo e che sono alla base di molte malattie non trasmissibili”. Siamo dunque vittime dell’abbondanza ma la “nostra biologia non è cambiata così in fretta come la nostra società”. Sempre più spesso, dunque, vediamo persone soffrire di disturbi alimentari, seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali tra i giovani. L’educazione alimentare diventa fondamentale nelle scuole “per costruire una sana, profonda e duratura cultura della pace”.