Carlo Petrini è stato intervistato stamane da Mattino Cinque News, in diretta su Canale 5. Il fondatore di Slow Food ha esordito spiegando: “Ci sono scelte importante e virtuose che se realizzate da molte persone possono diventare incisive anche rispetto alla situazione particolare che stiamo attraversando sul fronte del cambiamento climatico. Se riduciamo lo spreco, riduciamo il consumo di proteine animali a favore di proteine vegetali, quindi consumiamo mene carne, utilizziamo la plastica monouso… sono scelte individuali che se sottoscritte da migliaia e migliaia di persone possono attenuare la situazione del cambiamento climatico che a mio modo di vedere sta andando verso una situazione di irreversibilità”.



E ancora: “Oggi dobbiamo prendere atto che il sistema globale alimentare è insostenibile, produciamo cibo per 12 miliardi di persone ma siamo 8 miliardi, quindi il 33 per cento di cibo prodotto, mangiabile ed edibile, viene buttato via, è una quantità impressionante, stiamo parlando di una quantità di una tonnellata e mezzo all’anno”.



CARLO PETRINI: “DOBBIAMO RIDURRE LO SPRECO”

Carlo Petrini ha proseguito: “Il primo terreno da coltivare è la riduzione dello spreco. Amesso che arriveremo a 10 miliardi sul pianeta nel 2050 se avremo sempre questo 33 per cento di scarto, significa che nel 2050 avremo 2,5 miliardi e mezzo di tonnellate di spreco invece noi dobbiamo lavorare per ridurlo”.

Carlo Petrini ha pubblicato di recente un nuovo libro dal titolo ‘Il Gusto di cambiare’ in cui l’esperto si sofferma sulla transazione ecologica: “Da molte parti si è portato avanti un concetto come se la transizione ecologica sia l’inizio di un tempo di mortificazione e questo è profondamento sbagliato. Noi dobbiamo avere coscienza che questo cambiamento funzionale alla situazione ambientale può essere liberatorio, avere aspetti di positività, quindi non mettere al centro di tutto nel nostro modo di operare solo il profitto, ma mettere anche i beni comuni, di relazione. La transizione ecologica – conclude – significa andare verso una società dove si dà meno spazio a competitività e più spazio a collaborazione e condivisione, è un momento importante e felice per l’umanità”.