Occorrerà attendere l’Epifania per iniziare il periodo delle ristrettezze. Perchè se queste festività di Natale e Capodanno hanno rappresentato giornate di ricche portate senza badare a calorie e spese, la grande abbuffata resterà ora solo un ricordo. Nell’intervento dello scrittore e gastronomo Carlo Petrini su La Stampa, vengono proprio analizzate le abitudini alimentari degli italiani, con uno sguardo rivolto anche a campagne pubblicitarie con messaggi fasulli che minano l’alimentazione italiana.
Consumi e beneficienza, abbondanza e spreco. Questo è il frullatore mediatico a cui costantemente i consumatori sono sottoposti, prima di gettarsi nella ‘mortificazione alimentare‘ post-festività. Tutto questo non fa che incrementare , secondo Petrini, la confusione, mostrando una sempre più evidente carenza di un’educazione alimentare, che dovrebbe partire già dalle scuole. “L’evidenza più grande della quale dobbiamo prendere atto è che tutto è connesso e la sofferenza dell’economia agricola di un Paese in guerra si propaga in forme diverse su altri territori. Mancanza di materia prima, fenomeni migratori, perdita di biodiversità sono conseguenze dirette di questa connessione.”
ALIMENTAZIONE: LA SUA CONNESSIONE CON SALUTE E AMBIENTE
Carlo Petrini si è voluto soffermare anche sull’importanza di conoscere anche tutti i processi che stanno dietro la lavorazione e la produzione del cibo che approda sulle nostre tavole per poter inserire nella nostra alimentazione ciò che davvero è salutare per noi e la natura circostante. “Una corretta alimentazione può incidere fortemente sulla nostra salute e sul delicato rapporto tra natura e ambiente. Ma per realizzare tutto ciò occorrono maggiore conoscenza, capacità di discernimento comportamenti virtuosi. Elementi che necessitano, anche, di una solida base di educazione alimentare che lo Stato deve garantire in tutta la scuola dell’obbligo. Conoscenza dei sistemi di produzione e trasformazione del cibo, provenienza delle derrate alimentari, caratteristiche nutrizionali dei singoli alimenti, formazione dei prezzi giusti nel rispetto dell’ambiente e dell’equità sociale. Queste informazioni sono vitali per una società che ha a cuore l’ambiente e la salute dei cittadini.”
A tutto questo va anche aggiunta la consapevolezza dello spreco, dell’economia agricola locale e della salvaguardia della biodiversità alimentare. Petrini ha infatti aggiunto: “L’unico modo per rigenerare l’intero settore alimentare è ridare dignità culturale al cibo e alla sua produzione: i nuovi cittadini impareranno a essere più attenti e, con i loro comportamenti, a favorire la rinascita del comparto con ritmi e tempi di lavoro più vivibili.“