L’inflazione e le mosse della Bce al centro del dibattito politico degli ultimi giorni, Carlo Stagnaro ha le idee abbastanza chiare. Intervistato da libero, l’economista ha sottolineato che l’economia italiana va bene e ci sarà una grande stagione turistica con un ottimo export: “Ma quello che dovrebbe preoccuparci è il graduale calo della produzione industriale, tenendo conto che veniamo da un’economia già surriscaldata, drogata dai vari bonus e sconti”.



Carlo Stagnaro ha rimarcato che il governo Meloni è riuscito a riassorbire ottimamente l’overdose di aiuti finanziari e fiscali erogati nel 2022, a partire dal superbonus 110 per cento. “Diciamoci la verità: l’inflazione alta è figlia delle politiche economiche degli ultimi anni”, le sue parole: “La Meloni è stata coerentissima con una politica di bilancio anti-inflazione, e la cosami ha stupito molto piacevolmente. E la politica dei bonus a pioggia, in realtà veniva anche da Draghi: per esempio, la metà dei fruitori degli sconti sull’energia non ne aveva bisogno. Siamo seri. Anche degli sconti sulle accise della benzina i ricchi potevano farne tranquillamente a meno. Cioè: Meloni è stata coraggiosa, ha bloccato l’impennarsi del costo del denaro e dei prezzi, di fatto. Mi stupisce che accusi di questo approccio la Lagarde”.



Le parole di Carlo Stagnaro

Secondo Carlo Stagnaro attaccare la Bce può creare dei problemi al governo italiano nello scacchiere europee, considerando che l’istituto presieduto dalla Lagarde non può fare altro che alzare i tassi d’interesse. La Lagarde ritiene i picchi d’inflazione colpa delle aziende che hanno approfittato della confusione dei consumatori, sui quali hanno scaricato gli alti costi tenendosi i profitti. Per l’esperto ha ragione in parte: “Qui si parla di profitti e non di margini di profitto. E la dinamica dei salari è lenta, quando si alzeranno i salari, vedrà che si mangeranno tutti i profitti. Però se uno pensa che le imprese si portino a casa troppo grasso la soluzione c’è”. Non si tratta di tassare gli extraprofitti, ma di aprire il libro delle liberalizzazioni e favorire il più possibile la concorrenza.

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