E’ stato messo sotto scorta il direttore del quotidiano La Repubblica, Carlo Verdelli. La notizia è giunta nelle scorse ore, resa pubblica dall’edizione online dello stesso giornale nazionale: “In uno dei momenti più difficili per il Paese – si legge – in redazione è arrivata una notizia che speravamo di non ricevere. Il nostro direttore, Carlo Verdelli, da sabato scorso è stato messo sotto scorta”. La protezione è stata decisa dal ministero degli interni a seguito delle continue minacce ricevute negli ultimi due mesi, come lo stesso Verdelli aveva svelato a Circo Massimo, in occasione di un’intervista rilasciata a fine gennaio scorso: “Non l’ho mai raccontato – spiegava due mesi fa su Radio Capital – ma una delle cose che più mi ha colpito e ferito tra i messaggi che ho ricevuto è che c’è un’immagine, un montaggio di una scena di Auschwitz e la mia faccia montata sulla testa di un deportato di allora in maniera quasi professionale. Non crea turbamento ma è sintomo di un clima che si sta incattivendo. Da tempo”.
CARLO VERDELLI SOTTO SCORTA: SOLIDARIETA’ DI RENZI E DELLA FNSI
Pressochè immediata la telefonata del presidente del consiglio, Giuseppe Conte, al direttore di Repubblica, per esprimere la sua solidarietà e vicinanza. Nel contempo sono giunti numerosi messaggi da ogni fronte politico, a cominciare dall’ex premier Matteo Renzi, che su Twitter ha scritto: “Solidarietà a Verdelli. E a tutte le giornaliste e i giornalisti non solo di Repubblica”. In coda la Fnsi: “La Federazione nazionale della Stampa italiana esprime solidarietà al direttore di Repubblica Carlo Verdelli. La concessione della scorta non può far passare in secondo piano la grave minaccia rappresentata dall’azione di gruppi che si ispirano al nazifascismo”. Andrea Martella, sottosegretario con delega all’Editoria, si è aggiunto al coro: “L’odioso fenomeno delle minacce ai giornalisti ha costretto alla scorta il direttore di Repubblica. A lui esprimo la mia totale vicinanza. Tanto più in questa fase di emergenza, ognuno è chiamato alla strenua difesa della libertà di informazione nel nostro Paese”. Nel mese di gennaio il palazzo che ospita la redazione di Repubblica e di altri quotidiani era stato evacuato per un allarme bomba rivelatosi poi infondato. Verdelli aveva poi ricevuto una lettera anonima di minacce, e in seguito numerosi messaggi online da account fake che venivano poi chiusi subito dopo.