Carlo Verdone, alla vigilia dell’uscita del suo nuovo film «Si vive una volta sola», al cinema dal 27 febbraio, si racconta in una lunga intervista ai microfoni di Vanity Fair raccontando i momenti più dolorosi della sua vita. Amatissimo dal pubblico per la sua ironia pungente, capace di divertire senza mai cadere nel volgare, Carlo Verdone svela che la sua vita, a differenza di quello che molti pensano, non è stata una passeggiata. L’attore e regista confessa di aver attraverso un periodo bruttissimo durato ben quattro anni e coinciso con la malattia della madre. Quando mia madre si è ammalata di una sindrome neurologica rara e spietata per me furono quattro anni di merda. Era la persona a cui volevo più bene al mondo, la vedevo sfiorire e il solo guardarla mi faceva disperare. Era arrivata a pesare 39 chili. Con la tristezza e il cuore rotto, dovevo continuare a far ridere e la scissione era brutale”, ricorda Verdone che in quel periodo, nonostante un enorme dolore nel cuore, continuava a far ridere il proprio pubblico. “Durante il giorno giravo Acqua e sapone e al tramonto tornavo da lei. Nuotare tra Natasha Hovey, la Sora Lella, Padre Spinetti e il dolore reale fu un’esperienza tremenda. Stavo perdendo mia madre e mi ricordo che faticavo a perdonarmi perché desideravo morisse il prima possibile. Non si poteva vedere una persona ridotta così. Non si poteva accettare di sapere che soffrisse così tanto”, aggiunge.



CARLO VERDONE: “IL GIORNO DELLA SEPARAZIONE DA MIA MOGLIE GIANNA SCARPELLI UNO DEI PIU’ TRISTI”

Un altro grande dolore della vita di Carlo Verdone è il fallimento del suo matrimonio. Il giorno della separazione dalla moglie Gianna Scarpelli, infatti, è stato uno dei più tristi della vita del regista. «Il giorno in cui io e Gianna andammo in tribunale per le pratiche mi presentai senza legale. Il giudice era sconvolto: “Ma lei non ha un avvocato?”. Implicitamente mi stava dicendo: “Guardi che sua moglie vincerà su tutta la linea”. Lo anticipai: “Decida lei, per me non è cambiato niente”». Nonostante la fine del matrimonio, però, la moglie si dimostrò una persona davvero speciale: «accettai ogni decisione senza fiatare e poi alla fine della liturgia lei si avvicinò: “Che fai quest’estate? Parti? Hai programmi?”. Allargai le braccia. “Cosa vuoi che faccia?”. “Io vado in Sardegna con i bambini, se non hai niente da fare vieni, loro saranno contenti”. Aveva già prenotato una stanza perché sapeva che le avrei detto di sì. Fu una cosa molto bella», ricorda ancora Verdone. Nonostante le grandi sofferenze, però, facendo un bilancio della sua vita, Verdone si considera comunque un “uomo molto fortunato”.

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