Carlo Verdone si lascia andare ad un racconto intimo sulle pagine del Corriere: la famiglia, il rapporto con i genitori, i ricordi sui set e le amicizie nate nel mondo del cinema, come quella con Alberto Sordi. Nonostante le voci, infatti, i due avevano un ottimo rapporto a detta dell’attore: “Non solo non mi sono mai azzardato a definirmi il suo erede. Ci unisce la romanità, ma avevamo stili diversi. Su di noi han detto perfino che ci odiavamo… Ma va, era un amico speciale. Vede quell’orchidea? Me la regalò nel 1986 quando nacque mia figlia Giulia, una sera che venne con Sergio Leone e Pippo Baudo. È ancora lì e me lo ricorda tutti i giorni”.
Il rapporto con i genitori è stato ottimo, nonostante qualche screzio, come la bocciatura del padre all’università. Professore di Carlo, infatti, lo bocciò all’esame di Storia del cinema: “Gli avevo pregato di non chiedermi gli espressionisti, ma Fellini e il Neorealismo. Mi chiese gli espressionisti, ovviamente: bocciato. “Non potevo fare differenze, Carlo”, rigoroso come sempre. A cena però lo mandai a quel paese”. Sua madre, Rossana, era invece professoressa al liceo. Fu lei a spingere Verdone a diventare attore: “Se parlo di cinema lo devo a lei che mi ha sempre incoraggiato. Peccato se ne sia andata così presto, a 59 anni, nel 1985, per una malattia neurodegenerativa”. Quel periodo, per l’attore, fu molto difficile: “Quattro anni d’inferno: al mattino giravo Acqua e sapone, alla sera dovevo andare da lei in clinica, uno strazio”.
Carlo Verdone: “I miei figli la cosa più bella. Il divorzio…”
Nel racconto di Carlo Verdone al Corriere, anche il divorzio, arrivato nel 1996, da Gianna Scarpelli. Con lei, l’attore ha avuto due figli: Giulia e Paolo. “Non mi sono più risposato ma non significa che stia da solo” rivela il romano. Con i figli, il rapporto è ottimo: “La cosa più bella? I miei figli. Seri, educati, bravi nei loro mestieri, diversi dal mio, lei nutrizionista, lui funzionario. Spesso chiedo loro consiglio, con la maturità che hanno. Sicuramente superiore alla mia”.
Non mancano poi ricordi del set. Quando gli chiedono chi gli manchi di più, l’attore risponde: “La Sora Lella. Mario Brega, se gli girava, era capace di dire dopo venti minuti “Ma chi é il signor Verdone?”. Sora Lella è la nonna che ogni ragazzo vorrebbe avere e che oggi non esiste più”. Non sono mancati, in questi anni, anche momenti difficili. Verdone non ha dubbi su quale sia stato il periodo più duro da affrontare: “Quando non riuscivo a camminare, per le mie anche senza cartilagini, otto anni di calvario”.