CARLO VERDONE NELLA “BOLGIA INFERNALE” CHE È ROMA

Anche un simbolo della romanità come Carlo Verdone è pronto ad arrendersi e ad abbandonare Roma. “Ci penso davvero“, anche un paio di volte a settimana: lo ha rivelato nell’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, spiegando che tanti amici stanno maturando la stessa decisione. Non è solo una questione stagionale, legata al caldo, anche se comunque “rende ancora più invivibile una città così complicata“.



Per l’attore e regista il declino della capitale è costante, infatti cita Fellini, che ha raccontato Roma nel 1971. Da allora non è cambiato nulla per Carlo Verdone, che affronta anche la questione del clima apocalittico generato dai roghi degli ultimi giorni. Ad esempio, lui si trovava vicino l’incendio di Monte Mario, perché stava lavorando in piazzale Clodio.



Tornando a casa in scooter, è “finito incastrato in una specie di bolgia infernale“, perché trovava sempre strade chiuse. “Ero ostaggio, non riuscivo più a tornare a casa“, lo sfogo denso di sconforto. Potrebbe consolarlo guardare tutto ciò da una prospettiva diversa, quello che Roma alla fine è un maxi cantiere, quindi quando i lavori saranno terminati la città sarà più bella, d’altra parte “le cose andavano fatte molto, molto prima“.

LA SPORCIZIA E I ROBIN HOOD IMPROVVISATI

Carlo Verdone ricorda i lavori fatti a Roma per il Giubileo di 24 anni fa, però servirono, il problema ora è che c’è la paura della durata di questi cantieri, anche per una questione di burocrazia, il cui sistema è “spaventoso” per l’artista. C’è poi la questione della sporcizia, da non ridurre solo ai rifiuti, perché recentemente l’attore ha “sollevato il problema dei gabinetti pubblici“, perché molte persone si ritrovano in giro, tra auto, statue e alberi per lasciare i loro ‘ricordi’.



C’è un concorso di colpa, è chiaro: c’entra pure il senso civico delle persone“, d’altra parte l’amministrazione capitolina potrebbe intervenire mettendo i vespasiani. La presenza di tantissimi gabbiani e piccioni è dovuta anche alla sporcizia della città, quindi bisogna intervenire, ma anche maturare un senso civico, anche perché Verdone si è stancato di sentirsi dire che parla male di Roma. “Ma come fai? Come ti giri, non vedi più una strada normale“.

Infine, riguardo Simone Cicalone, ex pugile ora influencer che affronta i borseggiatori sotto la metropolitana, Carlo Verdone lo definisce un “Robin Hood improvvisato“, mentre invece servirebbero “più agenti in borghese, non è un lavoro che può fare chi conta di prendere i like“.