Carlo Verdone ospite di Top Dieci di Carlo Conti, il varietà di successo riproposto in replica il venerdì in prima serata su Rai1. All’età di 70 anno il noto regista ed attore italiano ha rivissuto i momenti più importanti della sua vita artistica. Sulle note di “Little Wing” di Jimi Hendrix fa il suo ingresso in studio per ripercorrere, con il pubblico in studio e da casa, la sua carriera tra aneddoti divertenti e personaggi storici l’attore romano ripercorre la sua carriera.



La curiosità è sempre stata la sua arma vincente e lo è ancora oggi come ha rivelato proprio il simpaticissimo attore dalle pagine di Vanity Fair: “sono sempre stato, e continuo a essere, un gran curioso: credo sarei stato un bravo psicoanalista perché ho la presunzione di capire bene le persone, di coglierne i punti deboli e di forza con grande velocità. E, infatti, le poche volte in cui mi sono sbagliato a giudicare qualcuno ci sono rimasto malissimo. Ma credo ci sia un secondo ingrediente che è stato importante nel creare i miei personaggi, ed è star bene con la gente: mi piace frequentare chiunque, anche le persone più lontane da me. Col passare del tempo, poi, è successa una cosa: che prima di recitare ho avuto necessità di provare sempre di meno, facevo sempre meno fatica, il corpo sapeva cosa fare da solo”.



Carlo Verdone e i film: ” il talento è fondamentale, ma ci vuole disciplina”

Carlo Verdone ha raccontato che da bambino il suo sogno era quello di fare il burattinaio proprio per dare voce a più personaggi. “Credo ci fosse già tutto, in questo sogno che poi ho anche realizzato” – ha dichiarato l’attore e regista che ha poi ricordato un aneddoto importante della sua vita. “Quando ero all’università mio fratello mise in piedi una piccola compagnia teatrale e cominciai a recitare con lui. Una sera mancavano tre attori, ma avevamo 40 paganti in sala e per salvare la situazione dissi: li faccio tutti e tre io. Fu un tale successo che quando quei tre con la bronchite tornarono, non li volle più nessuno” – ha confessato l’artista che deve tutto però alla mamma. E’ stata lei ad intuire il suo geniale talento e a spingerlo a superare una grande timidezza che gli impediva di mostrare il suo estro.



“Se sono quello che sono, lo devo alla cultura e alla curiosità che mi ha stimolato mio padre e all’intuito di mia madre che, prima e sola, vide in me l’attore” – ha confessato l’attore che parlando dei tempi di oggi ha detto – “penso che sia questo momento a essere particolarmente complicato. Sono abbastanza lucido da capire cosa riesco e posso fare e cosa no nel mio lavoro. Sa, il talento è fondamentale, ma ci vuole anche la salute. Se sei sceneggiatore, regista, attore, segui l’edizione e poi anche quella cosa drammatica e più faticosa di ogni altra che è la promozione, devi essere davvero molto in forma. Ci vuole disciplina”.