Carlo Verdone è autore del libro: “La carezza della memoria”, ricca della vita del grande attore e regista. Lo ha ricordato nel corso della puntata di Domenica In dedicata al meglio della passata edizione. Nel libro c’è un passaggio in cui parla di un film che non è andato benissimo “ma oggi viene esaltato”, ha commentato parlando di “Un cinese in coma”. In quel momento pensò di fermarsi a riflettere mettendosi in discussione e decidendo di occuparsi dei figli: “Per due anni mi sono chiesto come non perdere la battaglia: non parteciparci. Mi sono preso due anni sabbatici e ho viaggiato con i miei figli Giulia e Paolo, abbiamo girato il mondo e me li sono goduti. Là hanno capito che avevano un papà che si occupava di loro”, ha ricordato.



Giulia la accompagnò a 9 anni sul lavoro. “Passò una giornata faticosa con tutte le interviste, la platea in sala… la mattina dopo avevamo il treno e lei era già sveglia e stava piegando tutto in valigia dicendo che era la sua segretaria. È stato bellissimo perché di ritorno a Roma lei aveva un cappellino e si addormentò perché tutta la notte aveva pensato ai viaggi che voleva fare da grande”. Ma alla fine è riuscita a realizzare i suoi sogni. Immancabili i filmati che hanno riassunto la lunga carriera di Verdone: “Devo tantissimo a Trapani”, ha ammesso. Tra i suoi ricordi, oltre alla telefonata di Sergio Leone anche il legame con Alberto Sordi che lo adottò come figlio artistico. “Sono stato fortunato”, ha concluso Verdone. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



Carlo Verdone protagonista de Il Meglio di Domenica In

Quest’inverno, precisamente il 21 febbraio, Carlo Verdone è stato ospite da Mara Venier a Domenica In per ripercorrere la sua carriera e la sua vita artistica caratterizzata dall’incontro con alcuni registi di fama mondiale come Sergio Leone e Roberto Rossellini. Diversi gli aneddoti raccontati nel corso della puntata, tra cui quello di uno scontro molto forte avuto sul set con Leone e soprattutto l’aneddoto relativo alla sua esperienza di allievo presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. A tenere le lezioni era proprio Roberto Rossellini, universalmente riconosciuto come il ‘maestro’ del neorealismo, mentre Carlo, all’epoca, era soltanto un giovane studente di regia. L’episodio risale più o meno agli anni Settanta, e nel descriverlo Verdone lascia tutti senza parole.



Carlo Verdone e il racconto spiazzante su Roberto Rossellini

“All’epoca era tutto molto politicizzato”, dice in premessa Verdone. “Alla prima lezione di Rossellini non ci fu alcun tipo di entusiasmo, eppure avevamo davanti una figura gigantesca”. Il grande talento del regista, però, fu riconosciuto soltanto a posteriori. Carlo Verdone ne parla con un certo rammarico, ed è serio quando racconta la grave irriverenza di cui fu vittima il suo maestro: “Alla fine un uomo si alzò e fece un peto a Rossellini. A quel punto tutti si nascosero come a dire: ‘No… così è troppo’”. Una scena mortificante per tutti, incluso chi assisteva e rimase spiazzato tanto quanto lui. La stessa Mara Venier, oggi, ci resta di stucco, mentre Rossellini, in quel momento, non ebbe alcun tipo di reazione. “Rimase impassibile e disse: ‘La lezione finisce qui. Le mie lezioni finiscono qui’ e se ne andò via nel silenzio più totale”. Presumibilmente, quella circostanza segnò la fine del rapporto tra Rossellini e l’insegnamento, che peraltro morì pochi anni dopo, nel 1977, a seguito di un attacco cardiaco.