90 anni, un passato ricco di scandali, glamour, controversie e un ruolo in prima fila nello sviluppo e le crisi in Argentina: è morto Carlos Menem, ex Presidente del Paese sudamericano dal 1989 al 1999, poi senatore negli anni successivi e dallo scorso 15 dicembre ricoverato per grave infezione urinaria e problemi cardiaci. Menem era in coma indotto da qualche settimana per una grave insufficienza renale, ma le condizioni si sono fatte ancora più serie nelle ultime ore con il decesso giunto nella nota in un ospedale di Buenos Aires.
Un personaggio completamente controverso, in quanto riuscì da un lato a risollevare l’economia dell’Argentina dopo averla ereditata in costante crisi economica con iper-inflazione: fece diversi tagli alla spesa pubblica, rilanciò le privatizzazioni e contribuì ad un periodo d’oro per gli argentini. Poi però venne anche accusato di corruzione, appropriazione indebita di fondi pubblici ed evasione fiscale oltre che uno stile di vita considerato “sopra le righe” che non pochi grattacapi creò ai palazzi del potere argentini e americani.
UN PRESIDENTE CONTROVERSO
Menem fece dimenticare in fretta gli anni bui del regime militare e del disastro delle Falkland-Malvine riuscendo nell’impresa di porre un argine alla crisi economica: per questo venne rieletto nel 1995 con quasi il 50% delle preferenze, leader più votato e per più tempo al potere della storia argentina. Amava donne, macchine e bella vita, un Berlusconi argentino ma con molto meno “senso del pudore” e con l’ostentazione del lusso che provocò non poche polemiche specie durante il suo secondo mandato: «giocò a calcio con Maradona, a tennis con la campionessa Gabriela Sabatini, posò impettito al fianco di Claudia Schiffer e dei Rolling Stones», ricorda bene il Corriere della Sera oggi presentando un focus su Carlos Menem.
E così in effetti era l’ex Presidente dell’Argentina morto a 90 anni dopo una vita sfrenata e una politica impregnata di privatizzazioni e rapporti – non sempre “limpidissimi” – con la finanza mondiale e americana. Ottimi i rapporti con gli Usa sia di Bush senior che Clinton, il vero e proprio “boom economico menemista” venne però oscurati dagli attacchi giudiziari e dalle condanne, anticipatori della grave crisi del 2001 che avvenne con Menem però già uscito dalla Casa Rosada. Nel 2013 fu condannato per aver venduto illegalmente armi alla Croazia e all’Ecuador durante il suo periodo in carica (azioni tra il 1991 e il 1995).