Sono trascorsi tre anni dalla morte di Carlotta Benusiglio, la stilista 37enne di Milano trovata alle 6 del mattino del 31 maggio 2016 impiccata al ramo di un piccolo albero nei giardinetti di piazza Napoli, nel capoluogo lombardo. I suoi piedi sono appoggiati a terra. Da allora ha preso il via il giallo: un suicidio dalle modalità controverse e per certi aspetti inspiegabili? Un omicidio mascherato? La famiglia ha sempre respinto la tesi secondo la quale Carlotta potesse aver scelto di togliersi la vita. Ciò che è certo è che la donna è morta per asfissia o soffocamento causati da una sciarpa usata come cappio ma con un’anomalia non da poco, rappresentata proprio dai piedi che toccano terra. Un elemento importante sul quale si gioca l’inchiesta per capire se Carlotta sia morta impiccata o strangolata manualmente. Sicuramente la stilista non aveva alcun motivo per suicidarsi, come da ormai tre anni sostiene la sua famiglia che, di contro, ha sempre puntato il dito contro il fidanzato Marco Venturi con il quale vi erano frequenti liti e talvolta qualche sberla. L’uomo, in un primo momento indagato per istigazione al suicidio, dal 2017 è indagato per omicidio volontario aggravato. Il dilemma continua però ad essere sempre lo stesso: tra asfissia da impiccagione e soffocamento da strangolamento. Lo scorso dicembre i consulenti nominati dalla procura milanese sono giunti alla conclusione che la donna sarebbe stata strangolata con la sciarpa e che possa essere stato inscenato il suo suicidio.
CARLOTTA BENUSIGLIO, 3 ANNI FA LA MORTE: IL MESSAGGIO DELLA SORELLA GIORGIA
La morte di Carlotta Benusiglio, tuttavia, oggi più che mai continua a procurare un vuoto ed un dolore indescrivibili presso la sua famiglia e soprattutto la sorella Giorgia, che non ha mai smesso di ricordarla e combattere affinché la verità possa emergere limpida. La giovane ha scritto un post su Facebook molto toccante in occasione del triste anniversario: “Per quanto tu possa decidere di nascondere il dolore che provoca la morte di una persona a te cara, di non pensarci, credimi, questa è una scelta fallimentare perché prima o poi questo dolore si ripresenterà alla porta, ma questa volta con gli interessi”, ha esordito Giorgia Benusiglio. “L’unico modo è quindi viverlo questo dolore… ma quando non lo si riesce a gestire che fai?”, ha proseguito la giovane lasciando nel vuoto la sua difficile domanda. “Non lo so… non ho ancora una risposta, l’unica cosa che ho capito è che, la morte può portarci via la persona amata ma solo fisicamente… perché se è vero che da un lato non puoi più viverla, vederla, toccarla, parlarle, abbracciarla, puoi però continuare a farla vivere in te, nei tuoi ricordi. Tu e solo tu, puoi decidere se rafforzare la memoria la dove i sensi si indeboliscono, tu e solo tu puoi decidere se alimentarla ogni giorno affinché la persona perduta possa continuare a sorridere, a vivere in te, con te…”, ha aggiunto. Quindi ha concluso: “La morte può portarsi via la persona ma non l’amore che provi per lei. 3 anni Carlottina, 3 anni di disperazione pura ma anche 3 anni che mi vivi dentro. #veritàegiustiziapercarlottabenusiglio”.