Carmen Consoli è una delle artiste più estrose degli ultimi tempi. Eterna fanciulla, soprannominata “cantantessa” perché chiamarla “cantante” vorrebbe dire omologarla, si è distinta ultimamente grazie alle sue iniziative di beneficenza con la Onlus Namastè. Con loro ha organizzato il concerto Carmen Consoli & Friends, insieme anche a Elisa, Samuele Bersani, Max Gazzè, Daniele Silvestri, Mario Venuti, Bandabardò, Emma Dante e Marina Rei. Questa sera sarà protagonista di Techetechete’, nella puntata speciale dedicata alle grandi donne della musica italiana. Di Carmen è sempre piaciuta la sua grande forza interpretativa, unita a uno stile rock ma elegante con influenze tipiche della world music. Il suo palcoscenico preferito è la sua Sicilia, al cui dialetto ha anche dedicato un esperimento, Cu ti lu dissi. Un sogno? Far uscire un album interamente in siciliano. “Ci sto pensando, mi piacerebbe tanto, ma intanto produco tanti artisti siculi”. Ma non solo: con la sua cover ha fatto anche conoscere la cantautrice Rosa Balistreri.



Carmen Consoli: “Studiare per essere credibili”

Dopo i successi del concertone, Carmen Consoli non si è affatto fermata. Anzi, a Rolling Stone ha dichiarato che le piacerebbe scrivere un nuovo disco. Prima, però sente il bisogno di studiare la musica, da brava “illuminista” qual è (così come ama definirsi). Carmen è consapevole del suo valore intrinseco ed estrinseco, se così si può definire, dal momento che non solo è oggettivamente un’artista talentuosa, ma è anche molto stimata dal pubblico. Le aspettative su di lei sono alte. E la cantante ci tiene a non deluderle: “È bello avere pensieri di valore, ma se li esprimessi in un italiano sgrammaticato, avrei una credibilità inferiore. Per questo la musica va studiata: per esprimere le idee in maniera convincente, senza snaturare l’ispirazione. Bisogna sempre studiare”.

Carmen Consoli e il suo modo di vedere il futuro

Carmen Consoli dice la sua anche sulla situazione politica: “La soluzione che do io è l’arte, la poesia, la filosofia, il sogno. Investire sul sogno, sull’amore, non pensare solo al Pil. Una società di gente lobotomizzata, infelice, non produce tenore di vita alto. E a un tenore di vita alto non è detto che corrisponda un tenore emotivo alto: in posti come la Svezia e la Svizzera ci sono moltissimi casi di suicidi, abuso di psicofarmaci e di famiglie mononucleiche, formate da una persona sola. E poi c’è la solitudine che si colma con l’antidoto dei social network. (…) Vogliamo ridurci così? Vogliamo mutare noi stessi pur di favorire questa cosa – quindi anche la maleducazione, la degenerazione del genere umano – fino a diventare disumanizzati? Oppure vogliamo cominciare a guardare a ciò che più è confacente al desiderio dell’uomo, a ciò per cui l’uomo esiste? Che non è entrare in possesso dell’iPhone24 che, una volta preso, già si vuole il 25, che non è stato ancora inventato”.

Leggi anche