Carmen Lasorella inviata di guerra: l’esperienza in Somalia
Giornalista, inviata e corrispondente di guerra per numerosissimi anni, Carmen Lasorella si è raccontata in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera. Oltre alla sua carriera a tratti rivoluzionaria, che per certi versi aprì la strada del giornalismo alle donne, ha anche parlato delle sue esperienze sui più caldi e pericolosi fronti internazionali. Per esempio, la giornalista ebbe modo di intervistare Siad Barre.
“Ho vissuto l’epilogo della Somalia di Siad Barre, documentando la fine di quel regime durato più di vent’anni – ha spiegato – L’ho incontrato in una intervista rocambolesca, che avrebbe dovuto avere luogo alle 16 a Nairobi. Non si presentò nessuno. Alle quattro del mattino mi chiamarono al telefono e mi dissero di andare con la troupe in aeroporto. Lì ci aspettava un Cessna con un piano di volo fasullo che ci depositò nel cuore della savana“.
Carmen Lasorella e l’agguato del 1995: “Vidi Palmisano morire sotto i miei occhi“
Carmen Lasorella tuttavia notò che non vi erano le condizioni necessarie per fare l’intervista: “Quando finalmente arrivammo nella casamatta dove ci aspettava il dittatore mi accorsi che mancavano le luci giuste. ‘Ah no’, dissi, ‘io così l’intervista non la faccio’. Mi guardarono come si guarda una folle. Ma lo convinsi a posare all’esterno, con il suo trono e circondato dai suoi fedelissimi. Il giornalismo è ruvido“.
La giornalista, inoltre, riuscì anche a sopravvivere ad un agguato a Mogadiscio, dove era in servizio nel 1995: “Il fuoco incrociato degli assalitori ci ha tenuti per mezz’ora in ostaggio dentro una Land Cruiser non lontano dall’aeroporto, il 9 febbraio del 1995“. In quell’occasione perse la vita il giornalista e cineoperatore in forza alla Rai Marcello Palmisano, mentre lei rimase ferita. “Morì sotto i miei occhi. Fu uno choc“, ha ammesso nel corso dell’intervista.