Ci sono decine e decine di aziende che stanno progettando di lanciare sul mercato carne coltivata in laboratorio, cioè prodotta con cellule che imitano pollo, manzo, maiale e frutti di mare. Ma la carne sintetica non divide solo per l’impatto che può avere a livello economico, basti pensare agli allevamenti, e tenendo conto della crisi climatica. C’è anche una questione sicurezza. La solleva Center for Food Safety (CFS), un’organizzazione no profit Usa, che ha lanciato anche una petizione per chiedere all’Us Food and Drug Administration (Fda) di introdurre una dura regolamentazione. Per produrre prodotti a base di carne coltivata con le cellule, le aziende devono infatti creare linee cellulari e mantenerle in crescita. Ci sono aziende, spiega CFS, che coltivano le cellule in grandi vasche usando siero fetale di vitello ottenuto “prelevando vitelli embrionali da mucche gravide“.



I feti bovini vengono prelevati “durante la macellazione“, solitamente “con una puntura cardiaca per uccidere il feto senza alcuna forma di anestesia“. Quindi, per il Center for Food Safety non dovrebbe essere consentito alle aziende di produrre le loro carni in laboratorio a partire dal siero fetale. Ci sono poi aziende che fanno crescere le linee cellulari tramite l’ingegneria genetica delle cellule, ma ci sono alcune sequenze genetiche collegate al cancro, quindi in questo caso si chiede di stabilire l’obbligo di comunicare quali linee cellulari vengono usate e di vietare quelle che possono causare il cancro. Ovviamente il Center for Food Safety chiede anche l’istituzione di una regolamentazione anche per quanto riguarda le etichette, oltre che di norme sulla carne coltivata in laboratorio.



CARNE IN LABORATORIO, TANTI VANTAGGI MA ANCHE TIMORI SULLA SICUREZZA…

Nei giorni scorsi il Center for Food Safety ha riunito un gruppo di esperti in un webinar per affrontare le diverse domande sulla carne coltivata in laboratorio, in particolare sulla sua sicurezza, messa in dubbio ad esempio dal relatore Michael Hansen, senior staff scientist di Consumer Reports, secondo il quale le carni a base vegetale come l’Impossible Burger usano l’ingegneria genetica per creare “emoglobina simile alla soia“. Ma si usano input ricombinanti, segmenti di Dna manipolati, “il che è più complicato e sconcertante“. Inoltre, non ci sono indicazioni sulle caratteristiche nutrizionali del prodotto finito né gli accademici hanno ricevuto campioni per analizzarli. Nel frattempo, c’è un forte interesse per la carne coltivata con le cellule, infatti ci sono già importanti investimenti.



I vantaggi sono diversi: si hanno maggiori fonti proteiche, si affronta la fame nel mondo in maniera sostenibile, si riducono i gas serra, si pone fine all’allevamento industriale crudele e poco sicuro e si affronta anche il problema della resistenza agli antibiotici. Tutti aspetti sui quali non si può che essere d’accordo, ma per Tom Neltner, direttore delle politiche chimiche dell’Environmental Defense Fund (EDF), bisogna prima chiarire natura ed effetti. Oltre alle questioni sopra citate, Michael Hansen spiega che le cellule dell’animale usate per la coltivazione cellulare della carne non contengono le azioni immunitarie del sistema immunitario dell’animale, quindi le vasche dei bireattori potrebbero essere suscettibili a batteri come salmonella, funghi o peggio, a meno che non si usino antibiotici, ma i produttori di questa carne “sintetica” sostengono di non dover ricorrere ad essi. Il timore degli esperti è che la carne coltivata con le cellule possa essere introdotta attraverso il programma Generally Recognized As Safe della Fda, programma per il quale le aziende si limitano a comunicare che il prodotto è sicuro sulla base della propria documentazione.