Carne, pesce, zucchero, oli e parecchi altri generi alimentari considerati di prima necessità potrebbero presto scarseggiare in buona parte del mondo, secondo un recente rapporto dal Fao, l’organo delle Nazioni Unite che si occupa di alimentazione ed agricoltura. L’ultimo rapporto, pubblicato venerdì, infatti, traccia un disegno attualmente positivo per la produzione alimentare, ma ipotizzando un futuro pesante condizionato dalle crisi.
A minacciare carne e pesce, secondo il Fao, sono soprattutto gli eventi meteorologici estremi, ma anche le tensioni geopolitiche ed alcune scelte politiche rischiose, con il rischio che ben presto alcuni paesi del mondo, maggiormente quelli in via di sviluppo, potrebbero dover far fronte a delle carente importanti. Nel report, chiamato Food Outlook e pubblicato semestralmente, si prevede che i volumi commerciali di cereali secondari e riso diminuiranno, a livello generale, nel biennio dal 2023 al 2024, mentre il mais subirà un’importante impennata. Oli, grassi vegetali, carne, pesce, zucchero e latticini, invece, sono destinati, secondo il Fao, a vedere una riduzione nella produzione, mentre lo stesso non avverrà per la domanda globale.
Il report Fao: “Carne e pesce sono a rischio produttivo”
Insomma, secondo il Fao allo stato attuale la produzione di carne, pesce e generi alimentari di prima necessità è positiva, ma anche pesantemente minacciata. La carne, infatti, dopo il boom produttivo cinese, ha visto la sua quotazione all’origine diminuire in modo significativo, con l’esito che molti allevatori potrebbero essere costretti da chiudere a causa di una concorrenza sleale, a discapito del volume generale di produzione.
I cereali, invece, secondo il Fao saranno colpiti dalle sempre più frequenti restrizioni all’export che molti paesi stanno applicando per via degli eventi meteorologici avversi, mentre a livello del grano la mancata produzione indiana, argentina e kazaka è stata compensata, pur parzialmente, dalla Russia. Tuttavia, in questo conteso pesa soprattutto la domanda, che non accenna a calare ma, anzi, potrebbe ulteriormente aumentare nei prossimi anni. Il pesce, invece, secondo il Fao, è minacciato dall’impatto di El Nino, che ha riscaldato le acque oceaniche, aumentando i prezzi per via della scarsità ittica. Complessivamente, secondo il report, le importazioni da parte dei paesi in via di sviluppo sono destinate a diminuire dell’11%, con l’esito di aumentare notevolmente i costi per i consumatori.