All’inizio dello scorso dicembre il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha promulgato una legge che vieta la produzione, la commercializzazione e l’importazione di carne coltivata in Italia. Una norma con cui il nostro Paese “è diventato ufficialmente la prima nazione al mondo a contrastare attivamente il fenomeno”, ha commentato il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, sottolineando lo “straordinario risultato ottenuto con un ddl promosso dal Governo, sostenuto con la sottoscrizione di una petizione popolare di milioni di cittadini e attraverso atti di indirizzo di migliaia di assise comunali e di tutti i Consigli regionali”. Un risultato che il ministro si augurava fosse di “esempio per le altre nazioni europee”.
Un appello che non pare caduto nel vuoto. A poco più di tre settimane di distanza anche la Francia annuncia di volere seguire la strada tracciata da Roma. Un gruppo di parlamentari dell’Assemblea nazionale francese, appartenenti al partito Les Républicains, ha infatti depositato una proposta di legge “per vietare la produzione, la lavorazione e la commercializzazione di carni sintetiche in tutto il territorio nazionale”, nell’interesse della salute umana, della salute degli animali e dell’ambiente.
Formalmente, la proposta di legge transalpina – spiega Coldiretti – si traduce in un emendamento al Codice rurale francese, accompagnato da una relazione introduttiva che contestualizza la richiesta dei deputati, all’interno della quale si cita esplicitamente ad esempio la legge italiana.
“L’iniziativa del Parlamento francese conferma il ruolo di apripista dell’Italia nelle politiche di tutela della salute dei cittadini”, commenta il presidente di Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “la battaglia sulla carne sintetica si sposta ora in Europa. Non sarebbe d’altro canto la prima volta che facciamo da pionieri nell’Ue. Basti pensare che il nostro Paese, grazie peraltro al pressing avviato da una raccolta di firme di Coldiretti, è stato il primo ad adottare norme nazionali per l’obbligo di etichettatura di origine degli alimenti verso il quale si sta progressivamente allineando tutta l’Unione europea con il superamento di dubbi e contestazioni, a livello nazionale e comunitario, che fanno ormai parte del passato”.
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