Coldiretti, la più importante organizzazione sindacale per il mondo dell’agricoltura italiana, è stata censurata da Facebook per aver usato il termine “carne sintetica“. Lo rende noto lo stesso sindacato che, puntando il dito contro il social di Meta, l’ha accusato di aver oscurato un manifesto pubblicitario diramato nelle scorse ore. L’obiettivo era quello di promuovere una campagna di sensibilizzazione nei confronti carne prodotta in laboratorio.



Secondo Coldiretti, infatti, la carne sintetica costituisce un potenziale rischio per la salute delle persone. Il sindacato, dunque, ha deciso di avviare una campagna di raccolta firme al fine di promuovere un disegno di legge per fermare la deriva sintetica del cibo, specialmente senza che siano condotti gli studi necessari per verificarne gli effetti sulla salute umana. “Secondo il fact checking di Facebook”, scrive Coldiretti in una nota citata da Libero, “il manifesto disinformerebbe visto che definisce i cibi ottenuti in laboratorio come ‘sintetici'”. Per il social, infatti, non si tratta di carne sintetica, quanto piuttosto di “coltivata“, spiega ancora Coldiretti.



Il termine “carne sintetica” secondo gli scienziati

Insomma, Facebook si sarebbe arrogato il diritto di eliminare un contenuto pubblicato da Coldiretti con il fine di sensibilizzare in merito alla carne sintetica. Tuttavia, spiega ancora il sindacato, quella stessa terminologia viene utilizzata anche nell’ultimo rapporto pubblicato dalla Fao e dell’Organizzazione mondiale della sanità, oltre che “in ambito accademico”. Non solo, perché la definizione più corretta, spiegano, sono “cibo a base cellulare“, preferibile anche a “coltivato”.



Complessivamente, continua a spiegare Coldiretti in merito alla censura su Facebook e all’uso di carne sintetica, “non sono stati eseguiti studi per analizzare le terminologie preferite tra gli scienziati e, quindi, non esiste un consenso” generalmente diffuso. Secondo Coldiretti, inoltre, l’uso delle parole “carne”, “pollo” o “pesce” per riferirsi ai prodotti creati in laboratorio sarebbe da evitare, per non creare confusione nel consumatore, mentre “coltivato” da l’idea sbagliata che si tratti di un prodotto della natura. Concludendo il ragionamento sulla carne sintetica, Coldiretti spiega che “la presunzione di voler modificare addirittura il vocabolario è una misura degli interessi che si celano dietro un business di pochi su cui hanno investito”.