Con una nota del 29 gennaio, la Commissione europea ha informato il governo di aver archiviato in anticipo la notifica sulla legge che vieta la “carne sintetica” in quanto “il testo è stato adottato dallo Stato membro prima della fine del periodo di sospensione” previsto dalle direttive europee. La Commissione ha così inviato l’Italia “a informarla del seguito dato, anche alla luce della giurisprudenza della Corte di giustizia”. Il riferimento è a una direttiva europea che obbliga gli Stati, quando intervengono su regole tecniche che possono avere un impatto sul mercato comune, di inviare prima dell’approvazione una notifica alla Commissione europea. Questo per far sì che venga effettuata una valutazione preventiva sui possibili ostacoli alla libera circolazione delle merci, spiega Il Foglio.



Nel dettaglio la procedura si chiama Tris e dura tre mesi: associazioni, imprese e Stati membri in questo lasso di tempo possono inviare pareri alla Commissione che poi esprime un giudizio. Sul caso della carne coltivata, la procedura si sarebbe dovuta chiudere il 4 marzo ma è stata chiusa in anticipo. La Commissione ha così sottolineato come l’Italia abbia violato la procedura. “L’Italia ha notificato in ritardo la misura, dopo l’approvazione, e ora qualsiasi giudice dovrà disapplicare la legge in qualsiasi procedimento amministrativo, civile o penale” ha sottolineato il prof. Cannizzaro che di recente ha vinto un ricorso davanti alla Corte di giustizia dell’Ue per un caso analogo sulla legge italiana che vietava l’uso dei sacchetti di plastica.



Carne sintetica, la legge Lollobrigida è inapplicabile

“Dalla giurisprudenza costante della Corte risulta che una regola tecnica non può essere applicata quando essa non è stata comunicata conformemente” sottolinea un passaggio della sentenza. Il principio, spiega la Commissione nel messaggio inviato all’Italia, è un punto fermo della “giurisprudenza della Corte di giustizia”. Come sottolinea Il Foglio, il governo inizialmente aveva notificato la legge nei termini previsti ma lo scorso 9 ottobre Lollobrigida aveva chiesto il ritiro della notifica Tris alla Commissione Ue poiché, a detta del ministro, era in corso una discussione parlamentare e il testo avrebbe potuto subire delle modifiche.



In realtà, secondo la Commissione, il politico aveva ritirato la notifica poco prima della conclusione della procedura proprio per evitare che Bruxelles chiedesse di cambiare il ddl. Mattarella ha però preteso, prima di promulgare la legge Lollobrigida, che il governo inviasse di nuovo la notifica Tris a Bruxelles. La nuova procedura si sarebbe dovuta concludere il 4 marzo: tanti i pareri arrivati a Bruxelles con spiegazioni valide a sostegno dell’abrogazione della legge o di sue parti. La Commissione ha chiuso in anticipo la notifica: la legge, infatti, è inapplicabile e l’Italia rischia ora una possibile sanzione.