La carne sintetica, ovvero, quella prodotta in laboratorio dai ricercatori, frutto della scienza, non è affatto fantascienza bensì realtà. A breve questo tipo di cibo potrebbe giungere sulle nostre tavole: quali potrebbero essere i benefici e i vantaggi? Ha cercato di rispondere a tali domande il Corriere della Sera, parlando con addetti ai lavori, medici, ricercatori e scienziati. «La produzione su larga scala di carne in vitro – spiega Carlo Alberto Redi, accademico dei Lincei e presidente del Comitato etico della Fondazione Veronesi, European Center for Law, Science and New Technologies, Università degli Studi di Pavia – potrebbe assicurare una serie di vantaggi, dalla possibilità di sfamare un numero enorme di persone, alla riduzione della sofferenza degli animali in allevamento».



In ogni caso non è tutto rosa e fiori, in quanto la produzione di carne in laboratorio «comporta impiego di risorse ed energia» aggiunge Redi «alle quali si va ad aggiungere qualche difficoltà tecnica: intanto è molto costosa, al momento servono 150-200 dollari per arrivare a un burger e ancora non siamo stati abbastanza bravi sulla parte degli adipociti, non sufficientemente morbidi». Fra i vantaggi, invece, vi è senza dubbio quello di produrre della carne assolutamente sana, senza virus ne batteri, ne infezioni: «In laboratorio non c’è il rischio di contaminazioni e di conseguenza non c’è necessità di usare antibiotici, per esempio», e Marco Annoni, del Comitato Etico Fondazione Veronesi, ricercatore Centro Interdipartimentale per l’Etica e l’Integrità nella Ricerca, Cnr, aggiunge a riguardo: «Il modello alimentare attuale è certamente da rivedere anche in chiave di sicurezza: la facilità con cui si possono diffondere i virus negli allevamenti è una realtà da valutare anche in vista di future pandemie».



CARNE SINTETICA, QUALI VANTAGGI? LO CHEF SALVINI: “SONO CURIOSO…”

Roberto Defez, direttore Laboratorio di biotecnologie microbiche IBBR-CNR di Napoli, ha invece spiegato come si produce questo tipo di carne sottolineando come «La procedura è piuttosto semplice. Si lascia fare alle cellule il loro mestiere , visto che sono nate per riprodursi: da un film di cellule isolate in vitro si possono ottenere grandi quantità. Anche per questo non mi piace il termine carne sintetica, qui non c’è niente di artificiale, meglio parlare di carne coltivata».

Resta invece il problema etico della carne legato all’abbattimento degli animali: «Per avviare la produzione è comunque necessario partire da una cellula, dal siero fetale bovino, che poi si differenzia», spiegano ancora gli esperti. Ovviamente si tratterebbe di un sacrificio in numero comunque ridotto rispetto a quello attuale necessario per produrre la carne. E per quanto riguarda il gusto? Per ora tutto tace, ma Simone Salvini, chef di cucina vegetale, spiega: «Della carne sintetica si sa ancora poco, ma vorrei provare a conoscerla per cucinarla. In fondo anche noi cuochi vegetali cerchiamo di estrapolare il più possibile le proteine dai campi con le ricette a base di legumi, semi cereali».