Nonostante le misure che il governo continua a intraprendere per cercare di gestire il caro bollette, di fatto molte persone stanno scivolando nell’indigenza. Si tratta di un colpo in più a situazioni già presenti di povertà dovute prima alla lunga crisi economica, poi alla pandemia. Le famiglie si indebitano, tagliano le spese per il cibo e per le medicine, ci ha detto in questa intervista Luciano Gualzetti, direttore della Caritas Ambrosiana, “spesso cadendo nelle braccia degli usurai. Noi cerchiamo di arrivare prima, ma quando queste persone sono già dentro a quel sistema malato possiamo solo dir loro di sporgere denuncia, l’unico modo per spezzare il circolo mortale. Purtroppo molte di queste persone per paura poi spariscono e non ne sappiamo più niente”.



A peggiorare il quadro, il caro bollette, visto che sono centinaia le famiglie seguite dalla Caritas milanese: “Negli anni 2000 la gente si indebitava per le spese voluttuarie, dalla crisi del 2010 in avanti l’indebitamento è causato dal tentativo di onorare le bollette, gli affitti. Il costo della vita, soprattutto in una città come Milano, è alto, basta un piccolo aumento per provocare effetti devastanti per chi è già quasi povero” ci ha detto ancora.



Il caro bollette è l’ultima emergenza in un quadro economico già devastato prima da una lunga crisi, poi dalla pandemia. Qual è il polso della situazione?

Il polso della situazione lo si può vedere nei rapporti relativi agli anni 2020 e 2021 che abbiamo curato a livello nazionale. Il 2020 è stato l’anno dei “nuovi poveri”, persone cadute nell’indigenza anche a causa della pandemia. Sono il 44% in più dell’anno precedente e, di questi, un terzo ha continuato a ricorrere agli aiuti Caritas anche nell’anno in corso. Delle persone che a Milano si sono recate alla Caritas, il 30% non era mai venuto e nel 2021 la metà di loro è ancora tra i bisognosi. La ripresa è partita per alcuni, ma non per chi ha professionalità basse, contratti precari. Queste persone vengono alla Caritas perché sono cadute sotto la linea della povertà.



I rincari delle bollette quanto incidono?

Questi rincari aggravano una situazione già sotto stress. Le persone che sono state messe alla prova dalla pandemia, dal precariato, dal fatto di non avere i requisiti per chiedere i ristori o la cassa integrazione, arrivano da noi perché non possono accedere a queste tutele e noi li aiutiamo come possiamo, con contributi economici, pacchi alimentari o, appunto, con il pagamento delle bollette.

Lei è attivo anche nella lotta contro l’usura, in cui molti vanno a finire. Come si cade in quella trappola? E chi ci cade?

Sono persone indebitate, sia famiglie che persone fisiche, ultimamente anche solo per pagare le bollette. Ci sono gli imprenditori che devono pagare stipendi e fornitori e che senza la liquidità rischiano di fallire. Purtroppo soprattutto qui al Nord c’è l’idea che fallire sia una vergogna, uno stigma sociale che deve essere evitato a ogni costo. Quindi arrivano a cercare chi li può aiutare fuori dai circuiti tradizionali.

Rivolgersi agli usurai è segno che la nostra società, segnata dall’individualismo e dalla solitudine, offre meno supporti?

Queste persone magari hanno provato a rivolgersi ai parenti, alla banca e a una finanziaria. Quando riceve tutti no, una persona rischia di cedere all’offerta di denaro facile. Per le famiglie chi dà denaro gratuitamente sono negozianti sotto casa o il vicino che offre i soldi. Per  imprenditori, negozianti, piccole aziende artigiane o grandi imprese c’è un sottobosco anche di professionisti come commercialisti e dirigenti bancari che segnalano dove si può avere del denaro che altri non ti danno più. E qui si entra in un vicolo pericoloso. La criminalità non vuole indietro i soldi che ti ha dato, vuole il controllo dell’impresa per far assumere i propri affiliati, oppure per operare il riciclaggio di denaro sporco o fare narcotraffico. E’ una serie di trappole. O uno è attrezzato a riconoscerle o ci finisce dentro. Purtroppo le persone in difficoltà si affidano a questi personaggi pur di non fallire. Bisogna invece dire che è meglio il fallimento, per quanto sia qualcosa di drammatico.

Le misure prese dal governo contro il caro bollette le sembrano sufficienti?

Vedremo gli effetti. Noi raccogliamo i cocci quando le misure non bastano o sono complicate per accedervi. Se non sono sufficienti, le persone tornano sempre da noi a chiedere un aiuto economico. Ci occupiamo di famiglie che quando non hanno le risorse comprimono le spese comprimibili, arrivando anche a comprare cibo più scadente o a non curarsi, risparmiando sulle medicine.

(Paolo Vites)

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