Venerdì scorso è stato emanato il decreto attuativo per rendere più parsimoniosi i consumi invernali di energia. Diventa così operativo il Piano Nazionale di contenimento dei consumi di gas elaborato dal Ministro per la Transizione ecologica. Non è il paventato razionamento, ma si tratta di un’accorta azione di prevenzione per prepararsi a eventuali stop delle forniture. Perché non sono da escludere delle strozzature improvvise e prolungate in un mercato nervoso come quello attuale.
Nonostante lo sforzo realizzato di sostituzione del gas russo con altri fornitori, con la riaccensione delle centrali a carbone. Nonostante l’efficientamento trainato dai rincari, riducendo spontaneamente i consumi del 10-15%. Operativamente si accorcia di 15 giorni l’anno il periodo di esercizio delle caldaie alimentate a metano; si riduce di un’ora la durata di accensione dei caloriferi; si abbassano le temperature a 19 gradi (17 per attività industriali e artigianali) con l’eccezione di ospedali, Rsa, asili nido e scuole. In ambito domestico si stima di conseguire risparmi per oltre 6 miliardi di metri cubi di gas mentre nel terziario si ipotizza un risparmio di 4,5 miliardi di metri cubi.
Tuttavia, se per decreto la cultura dell’efficienza energetica diventa vangelo per cittadini, amministratori di condominio ed energy manager aziendali, siamo ancora in attesa dell’annunciata campagna informativa istituzionale che spieghi a tappeto come fare a tenere sotto controllo i consumi di energia elettrica e gas. Ricordiamo che quest’ultimo pesa per oltre il 40% nel mix della generazione elettrica italiano. In attesa che l’Italia entri in classe va rilevata una contraddizione di fondo tra politiche di taglio caro bollette finora attuate e l’obiettivo di incentivare il risparmio energetico.
Il Governo ha impegnato circa 60 miliardi di euro nei primi nove mesi dell’anno per attenuare l’impatto dei rincari a famiglie e imprese, mentre perorava la necessità di ridurre la domanda, unica leva davvero efficace per ridurre la tensione sui prezzi. Perché invece di aiuti e sgravi a pioggia, misure indiscriminate su consumatori frugali e utenze poco parsimoniose, non si è copiata l’iniziativa lanciata addirittura lo scorso febbraio in Gran Bretagna dove un rivenditore assieme al gestore della rete elettrica offriva kilowattora gratis per chi consuma meno di un certo ammontare durante certe ore del giorno? Questo intervento produce l’effetto di livellare la domanda. Sono appunto quei picchi di prelievo di energia elettrica, le quali per essere soddisfatte richiedono la messa in funzione delle centrali a gas, non riuscendo la capacità di generazione con fonti solare, eolica, idro, carbone e nucleare a coprire il consumo in quella contingenza.
Contenere i prelievi nei periodi di maggiore domanda e prezzo con degli incentivi economici come peraltro suggerito dalla Commissione europea può apparire un’accortezza quasi banale. Si tratta di un modesto sacrificio associato a un piccolo ritorno monetario individuale che complessivamente impatta in misura rilevante il consumo collettivo di gas. È questo lo spirito dell’iniziativa Enel partita questo mese e denominata “Essenzialmente Residenziale”. Un bonus di 10 cent per ogni kWh ai clienti che nell’ultimo trimestre 2022 avranno consumato meno che nel corrispondente periodo del 2021.
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