“L’aumento dei prezzi dell’energia potrebbe aver ucciso lo scorso inverno più europei del Covid“. Lo scrive The Economist, che ha esaminato l’impatto del caro energia da quando è scoppiata la guerra in Ucraina. Anche se i costi all’ingresso sono diminuiti in tutta Europa, i prezzi dell’elettricità e del gas per uso domestico, rispetto a due anni fa, sono aumentati rispettivamente del 69% e del 145% lo scorso inverno. Una situazione che ha scoraggiato le persone a riscaldare in maniera adeguata le proprie case, portandole a vivere al freddo. Una scelta che ha ripercussioni sulla salute, visto che aumenta il rischio di problemi cardiaci e respiratori. Non a caso, a novembre il settimanale britannico aveva previsto che il caro energia avrebbe potuto causare tra i 22mila e 138mila decessi durante un inverno mite.
“Purtroppo, sembra che avessimo ragione“, scrive ora The Economist. Per valutare il rapporto tra i morti dello scorso inverno e quelli precedenti, è stata usata una misura comune di mortalità: l’eccesso di decessi. Confrontando i decessi effettivi col numero che ci poteva aspettare in base alla mortalità delle stesse settimane del 2015-19, è emerso che i decessi in tutta Europa sono stati più alti del previsto. Nei 28 Paesi europei presi in esame, tra il novembre 2022 e il febbraio 2023, si sono verificati 149mila decessi in eccesso, pari ad un aumento del 7,8%.
CARO ENERGIA, L’ARMA DI PUTIN CONTRO L’EUROPA
I fattori che potrebbero spiegare questo aumento sono molteplici. Tra i decessi dello scorso inverno, quasi 60mila sono stati registrati come morti da Covid. La malattia ha probabilmente contribuito, direttamente o indirettamente, ad un numero maggiore di morti, ma è improbabile che possa spiegare tutto l’aumento dello scorso inverno secondo The Economist. Tra marzo 2020 e settembre 2022 il numero ufficiale di decessi da Covid è stato pari al 79% del totale in eccesso tra i nostri 28 Paesi. Lo scorso inverno era pari al 40%. Anche il clima, comunque, ha influito sul numero di decessi.
Infatti, un’ondata di freddo a dicembre è stata accompagnata da un aumento della mortalità. Un calo di 1°C della temperatura media in un periodo di tre settimane è associato a un aumento del 2,2% dei decessi totali. Ma lo scorso inverno è stato più mite della media del 2015-19, quindi il freddo da solo non può essere responsabile dei decessi aggiuntivi. Dunque, per il settimanale britannico il caro energia potrebbero aver avuto un effetto. L’analisi dei vari Paesi rivela che quelli col maggior numero di decessi in eccesso hanno registrato in genere i maggiori aumenti dei costi del carburante.
CARO ENERGIA, IL MODELLO STATISTICO DELL’ECONOMIST
Al fine di disgiungere i costi energetici dalle variazioni di temperatura e di clima, The Economist ha realizzato un modello statistico che tiene conto anche dei dati demografici di un Paese, del numero di decessi da Covid prima dell’inverno scorso e della sotto-denuncia storica di tali decessi. Ebbene, dai calcoli effettuati è emerso che un aumento del prezzo di circa 0,10 euro per kWh – circa il 30% del prezzo medio dell’elettricità dello scorso inverno – è collegato ad un aumento della mortalità settimanale di un paese di circa il 2,2%. Quindi, se lo scorso inverno l’elettricità fosse costata come nel 2020, secondo tale modello, ci sarebbero stati 68mila decessi in meno in tutta Europa, con un calo del 3,6%.
Questo vuol dire anche che se i governi europei non fossero intervenuti sui mercati dell’energia, i decessi sarebbero stati più alti. Usando i dati della società di consulenza VaasaETT, il settimanale ha anche stimato quanti decessi in eccesso si sarebbero verificati se le bollette non fossero state ridotte da tetti di prezzo o da tasse di vendita più basse. Il modello elaborato mostra che in 23 Paesi questi sussidi hanno salvato 26.600 vite. Con il calo dei prezzi dell’energia all’ingrosso e l’aumento delle temperature, la minaccia immediata potrebbe essere alle spalle, ma è chiaro secondo The Economist che l’arma energetica di Putin si è rivelata letale.