E’ pressante l’appello lanciato dal presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio, a seguito del tavolo convocato ieri presso il Ministero dello Sviluppo Economico dal ministro Giancarlo Giorgetti, per analizzare l’impatto dei costi dell’energia sul sistema produttivo. Il caro bolletta allarma del resto l’intera industria del food italiana, già alle prese con i riflessi di pesanti e diffusi aumenti dei costi delle materie prime. “Molte delle nostre aziende sono energivore – spiega Vacondio – e, visti i costi dell’energia che nell’industria alimentare sono aumentati anche del 200% e 300%, se il Governo non ci aiuta, il rischio che chiudano è sempre più alto”.



E questo non è il solo pericolo tangibile che corre un settore nevralgico per l’intera economia del Paese. “Un altro rischio – continua Vacondio – è quello di scaricare i costi a terra e questo significa aumenti a doppia cifra anche per i consumatori”.

Una prospettiva che in realtà sembra già far sentire le prime avvisaglie. Le rilevazioni rese note dall’Istat segnalano infatti che a dicembre 2021, l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, ha segnato un incremento del +0,4% sul mese e del +3,9% su base annua, registrando un allungo sui dati di novembre, fermi a +3,7%. E in questo scenario ha sofferto anche il carrello della spesa, che – dice sempre l’Istat – sconta un raddoppio secco: nel 2021, infatti, i prezzi medi per questo capitolo di spesa sono passati dal +1,2% al +2,4%.



Un’escalation che naturalmente preoccupa. L’aumento dei prezzi al consumo – avverte Federalimentare – deve essere scongiurato. “Non possiamo permetterlo – conclude Vacondio -: il Governo ci dia le risorse per evitarlo, proprio come successo in Germania e Francia”.

Anche Confcommercio ha sottolineato le ingenti perdite subite dalle imprese del terziario, con rincari pari al 76% per un totale di 20 miliardi e così tutte le altre organizzazioni imprenditoriali, tra cui Coldiretti e Confindustria che chiede al governo «un atto di coraggio», mentre altre sigle in Confartigianato, Cna e Casartigiani, lamentano di essere state escluse dal tavolo del Ministero.



Si aspettano i provvedimenti che il Governo varerà in CDM con misure sull’energia per le imprese e sui ristori.