Si parla di caro mutui e caro affitti stamane negli studi di Uno Mattina e in collegamento vi era Roberto Anedda di Nomisma, che ha cercato di analizzare la situazione: “Gli stipendi sappiamo che da tempo faticano a salire se non di pochi punti percentuali, mentre vediamo come i costi che gravano sulle famiglie sono pesanti soprattutto su coloro che hanno redditi medio bassi, quindi fanno fatica per avere soldi per le spese necessarie”.
Cosa si può fare quindi? “Dal lato del PNRR tutti i lavori correlati ad edilizia per studenti e fasce disagiate, serve un impegno continuativo, piani di lungo termine. Per l’emergenza rate dei mutui occorrono dei piani per affiancare le famiglie prima che si arrivi ad una situazione di emergenza quella in cui la famiglia è costretta a rinunciare alla casa”. Stefano Chiappelli, segretario generale del Sunia, il sindacato degli inquilini, presente anch’egli in studio a Uno Mattina, ha aggiunto: “La drammaticità dell’emergenza abitativa sono gli sfratti. Gli ultimi dati del ministero degli interni ci dicono 42mila richieste di sfratto e richieste 100mila, ed eseguiti 30 mila solo nell’anno 2022 con aumenti del 180 per cento su base annua. La situazione colpisce tutto il Paese ma le aree metropolitane sono quelle che soffrono maggiormente. L’emergenza è in ogni caso è un dato nazionale”.
CARO MUTUI E AFFITTI: “NEGLI ULTIMI DUE ANNI AUMENTI DEL 20 PER CENTO”
E ancora: “Di fronte agli aumenti di questi ultimi dieci anni e agli aumenti del 20 per cento degli ultimi due anni, stipendi e pensioni sono fermi, e questo disagio colpisce non solo i più poveri ma anche il ceto medio, con redditi fino a 35mila euro. L’incidenza del canone di affitto è del 50% su questi redditi. Le famiglie non riescono a pagare il canone di locazione”.
Di nuovo Anedda, che ha parlato ancora degli aumenti di mutui e affitti: “Con i mutui siamo tornati ai tassi di 10 anni fa, mentre per gli affitti va anche peggio e non parliamo solo di casi limiti ma anche di fasce più povero, ma ormai di gran parte del ceto medio”. Si parla infine delle case all’asta, e Chiappelli a riguardo ha spiegato: “Abbiamo poche case popolari, solo il 4 per cento di edilizia pubblica sul totale degli affetti, se ce ne fossero di più verrebbero calmierati i prezzi del privato”.