Il Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo, ha avviato un progetto pilota per una continua trasmissione di dati e informazioni rilevati da alcune Camere di commercio sui prezzi all’ingrosso nel settore agroalimentare nei loro territori. Il progetto, realizzato in collaborazione con Unioncamere e alcune Camere di commercio, prevede la condivisione dei dati sul prezzo di filiera di alcuni prodotti che rilevi il costo delle materie prime (grano, mais e bestiame) e il prezzo all’ingrosso dei beni alimentari particolarmente rappresentativi della spesa delle famiglie (carni, latte, formaggi, uova, oli, riso e cereali).
“Il coinvolgimento delle Camere di commercio, che si aggiunge alla collaborazione già recentemente avviata con le Regioni – si legge in una nota ufficiale del ministero delle Imprese e del Made in Italy – costituirà un ulteriore strumento con cui il Garante potrà realizzare un monitoraggio sempre più accurato e capillare dei prezzi nelle prime fasi della filiera agroalimentare, consentendo così di evidenziare eventuali tensioni che dovessero generarsi e anticipandone al contempo il possibile impatto sul bilancio delle famiglie”.
La decisione è stata accolta con favore dal mondo del consumerismo. “Va nella direzione da noi chiesta di rafforzare la rete regionale di sorveglianza sui prezzi – spiega il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi -. Le regioni e gli enti locali possono e debbono giocare un ruolo fondamentale nel controllo dei listini al dettaglio e nella segnalazione immediata di rialzi ingiustificati o anomali dei prezzi, ma possono fare ancora di più. Abbiamo proposto, infatti, l’attivazione a livello locale di panieri di beni di prima necessità a prezzi calmierati, in modo da sostenere le famiglie in difficoltà ed evitare un drastico calo dei consumi. In tal senso rivolgiamo un appello al Garante dei prezzi affinché si attivino subito tavoli regionali tra assessori al commercio, categorie economiche, Gdo e consumatori per la realizzazione di panieri ‘salva-spesa’”.
Punta invece diritto il dito contro il fenomeno speculativo il Codacons: “Sul fronte dei listini al dettaglio qualcosa non va nel nostro Paese – spiega il presidente Carlo Rienzi -. Nonostante il crollo dell’energia e il calo delle bollette, per i beni primari come alimentari e carrello della spesa i prezzi continuano a salire con percentuali a due cifre, rispettivamente del +11,9% e +11,3% su base annua, al punto che solo per cibi e bevande un nucleo, a parità di consumi, spende in media 915 euro in più all’anno. È evidente che qualcuno sta speculando sulla pelle dei consumatori, evitando di ribassare i listini nonostante vi siano tutte le condizioni per una discesa dei prezzi. Per tale motivo abbiamo chiesto il contributo del ministro della salute, Orazio Schillaci, affinché metta a disposizione gli agenti dei Nas allo scopo di svolgere, in collaborazione con la Guardia di Finanza, controlli presso produttori ed esercizi commerciali, verificando possibili anomalie nella formazione dei prezzi al dettaglio”.
Ma un aiuto potrebbe arrivare anche dai cittadini. Il Codacons segnala che sul proprio sito è stata pubblicata una pagina dove quale i consumatori possono segnalare aumenti improvvisi dei prezzi di beni e servizi: dal caffè all’ortofrutta, dalla carne alle tariffe di hotel, ristoranti e stabilimenti balneari.
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