Quando in un’intervista rilasciata a metà agosto a Il Messaggero il nostro ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, aveva indicato la Francia come modello da seguire per arrivare alla sottoscrizione in Italia del protocollo relativo al trimestre anti-inflazione che dal 1° ottobre dovrebbe portare a calmierare i prezzi di alcuni prodotti di base del carrello della spesa, forse non aveva pienamente considerato che la situazione nel Paese transalpino è più complessa di quanto possa apparire a un primo sguardo. Prova ne sono le notizie delle ultime ore.
A metà giugno, il ministro delle Finanze francese Le Maire aveva infatti annunciato un accordo con i 75 principali rivenditori e gruppi industriali che li riforniscono per ridurre i prezzi di centinaia di prodotti. Di questi, 39 si sono impegnati a congelare o ridurre i prezzi di 5.000 referenze di uso quotidiano. Il che significa che ad avere accettato è meno della metà dei soggetti coinvolti. E a rendere ancora più spinosa la situazione c’è il fatto che tra i “disertori” figurano nomi eccellenti: il ministro ha infatti indicato Unilever, Nestlé e PepsiCo tra le aziende che, a suo dire, non hanno “collaborato”. E ha provocatoriamente aggiunto: “Le grandi multinazionali potrebbero fare molto di più”. Un attacco che al momento non ha trovato risposta: le tre aziende non hanno infatti commentato.
È invece intervenuta l’Adepale, l’Association des entreprises de produits alimentaires elaborés, associazione cui fanno capo circa 260 piccole e medie imprese francesi del settore agroalimentare e della pesca, dichiarando che i costi di produzione delle sue aderenti non sono diminuiti e chiedendo di non essere vincolata al nuovo calendario dei negoziati. Le Maire ha infatti concordato di anticipare i negoziati annuali sui prezzi – inizialmente previsti per il 2024 – a settembre, con l’obiettivo di ridurre i prezzi già a partire da gennaio.
La “defezione” dei big del F&B rappresenta un bel problema per Parigi alle prese con un calo dei consumi di beni essenziali spinto dall’elevato costo della vita: i dati di agosto hanno mostrato che l’inflazione dei generi alimentari, pur essendosi ridotta per il quinto mese consecutivo rispetto al picco raggiunto all’inizio dell’anno, si attesta ancora all’11,1%, quasi il doppio del tasso d’inflazione complessivo.
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