L’inflazione a giugno ha rallentato la sua corsa, passando al +6,4% su base annua dal +7,6% di maggio e registrando una variazione congiunturale nulla. Tuttavia, il prezzo dei beni alimentari è cresciuto, secondo l’Istat, dello 0,7% in un mese e dell’11% rispetto a giugno 2022. Una situazione che, come ci spiega Giorgio Santambrogio, Amministratore delegato del Gruppo VéGé, non aiuta nemmeno la distribuzione, visto «che le vendite a volume restano basse con un calo anno su anno del 3%. Peggio va per i discount che da gennaio a maggio hanno fatto registrare un -5,3%. Questo significa che la moderna distribuzione ha comunque la capacità di intercettare, tramite promozioni o private label, la convenience richiesta dagli italiani».
I dati dell’Istat rappresentano una sorta di fotografia della situazione passata e attuale. Avete qualche elemento per formulare delle previsioni a breve termine sui prezzi allo scaffale?
I dati di giugno risentono ancora dell’ultima tornata di aumenti di listino che l’industria ha presentato nei primi mesi dell’anno. Diversi fornitori hanno iniziato ora a fare dei canvass continuativi e stanno aumentando le promozioni, per cui la sensazione è che nei prossimi mesi si potrebbe registrare un raffreddamento dell’inflazione riguardante il carrello della spesa. L’impeto dei listini, considerando che i prezzi di molte, ma non tutte, materie prime sono scesi, dovrebbe scemare e al contempo potremo garantire ai clienti più convenienza giocando sulla leva promozionale.
Fino a che punto?
Al momento la profondità promozionale è mediamente del 26%, ma è destinata ad aumentare nei prossimi mesi, così come il numero delle attività promozionali. Anche se qualche problema potrebbe esserci a luglio per via dell’entrata in vigore della Direttiva europea Omnibus che introduce l’obbligo di indicare il prezzo di vendita più basso praticato nei 30 giorni precedenti a un prodotto nell’ipotesi di annuncio di sconto o di riduzione del prezzo. Questo aiuterà i consumatori a evitare speculazioni, ma creerà non pochi problemi alla distribuzione nei primi tempi. L’auspicio è che il regime sanzionatorio incominci più tardi proprio per avere il tempo di rodare bene il meccanismo.
Assoutenti ha chiesto intanto di varare sul territorio panieri “salva-spesa” con prodotti di prima necessità venduti a prezzi calmierati…
Come Federdistribuzione stiamo collaborando in maniera attiva con il Garante per la sorveglianza dei prezzi per mostrargli il meccanismo con cui si formano i prezzi allo scaffale, su cui, come detto, continuano a incidere gli aumenti di listino che lordi nominali quest’anno sono del +15% su una base che l’anno scorso era già cresciuta del 25%. Inoltre, quasi tutte le aziende della distribuzione hanno ampliato il paniere dei beni della marca del distributore che hanno prezzi più bassi che rimangono tali, in modo che vadano oltre i prodotti di prima necessità. E aiuteremo le famiglie meno abbienti anche con un’altra modalità.
Quale?
La distribuzione italiana, dimostrando ancora una volta responsabilità sociale, ha deciso di assecondare la richiesta del Ministro Lollobrigida riguardante la cosiddetta carta alimentare.
Sì, proprio dalla seconda metà di luglio i beneficiari dovrebbero avere a disposizione questa carta prepagata del valore di 382,5 euro.
La card è destinata a circa 1,3 milioni di famiglie con Isee inferiore ai 15.000 euro, che potranno usarla per l’acquisto di generi alimentari di prima necessità. La distribuzione, accogliendo la richiesta ministeriale, garantirà ai titolari uno sconto del 15% sui prodotti acquistati, un’operazione che vale circa 75 milioni di euro, che si vanno a sommare ai 500 stanziati dal Governo.
Il Governo, intanto, martedì ha deciso di prorogare gli aiuti sulle bollette, ma non i crediti d’imposta energia e gas a favore delle imprese. Cosa ne pensa?
Ovviamente non è una buona notizia, perché la volubilità del prezzo dei beni energetici è alta. A mio avviso, l’approccio del Governo dovrebbe essere olistico: se la distribuzione sta aiutando le famiglie e le viene chiesto un ulteriore sforzo, sarebbe coerente poi trattarla meglio, anche perché continua a non essere classificata tra le imprese energivore. Come Federdistribuzione abbiamo ripreso l’iter per essere riconosciuti come tali a livello europeo. Togliere i crediti d’imposta non è, quindi, un aiuto: sarebbe stato meglio prorogarli per un altro trimestre.
(Lorenzo Torrisi)
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