Come sappiamo, un anno intero di inflazione, il 2022 ha portato con sé un aumento dei prezzi generalizzato, con il relativo aumento dei pedaggi autostradali e del prezzo dei carburanti per automobili e veicoli a motore. Quindi nel 2023 ad aumentare saranno anche i prezzi dei biglietti dell’autobus, così come ha rilevato Assoutenti. Le maggiori associazioni hanno infatti avvisato i consumatori che nell’arco del 2023 potrebbero verificarsi ulteriori aumenti, considerati inevitabili.



Caro trasporti: gli aumenti del trasporto pubblico locale

A Napoli il biglietto dell’autobus ha già subito un incremento nell’arco degli ultimi 15 mesi da 1,10 euro a 1,20 euro. Ma è previsto un aumento ulteriore non ancora stimato. A Milano il biglietto dal 9 gennaio costerà invece 2,20 con un aumento di 20 centesimi. Apparve l’aumento è stimato soltanto di 10 centesimi passando cioè da 1,50 euro a 1,60 euro.



Inoltre, all’aumento del prezzo del carburante si è aggiunta la mancata riconferma del taglio sulle accise da parte del governo Meloni. Naturalmente il governo non ha potuto riconfermare il taglio sulle accise per mancanza di coperture che sono state razionalizzate all’interno della legge di bilancio 2023. Per questo motivo il prezzo è aumentato di almeno venti centesimi e si prevedono ulteriori aumenti nel corso del 2023.

Caro trasporti: i rincari sul trasporto interregionale o volo aereo

Anche per quanto concerne il trasporto pubblico interregionale gli aumenti sono dal 10% al 30%. Nel caso dei voli, gli aumenti si sono fatti sentire con un incremento del 50% rispetto alle stime degli anni precedenti.



Le stime sul caro trasporti e sulla spesa per il nuovo anno prevedono un aumento di 366 euro in più nel 2023 per tutte le famiglie italiane. Queste sono le proiezioni di Assoutenti che, ovviamente, possono variare da contribuente a contribuente. L’ipotesi è che il prezzo rimane a livelli attuali e che ogni famiglia faccia circa due pieni al mese. Si tratta di stime verosimili e che il governo conosceva sicuramente prima di lavorare alla bozza della legge di bilancio 2023, approvata lo scorso 29 dicembre. Per questo non ci si spiega come mai non siano state considerate all’interno e si attende un ulteriore norma entro aprile, cioè quando il Ministero dovrà lavorare al DEF.