Facendo seguito alle due prime puntate del 17 e 27 agosto continua l’analisi e la proposta di soluzioni non solo sul caro voli, ormai caro trasporti e caro tutto, con la speranza che finalmente si volti pagina. Va premesso che per risolvere il problema, visto che oggi quasi tutti i servizi essenziali sono stati privatizzati o trasformati in aziende private con capitali pubblici, non resta altro che riconoscere il fallimento di questa ideologia. Se si vuole riconquistare la fiducia dei cittadini, fare in modo che paghino le tasse e credano nello Stato, bisogna poter restituire loro quello che pagano, nazionalizzando tutti i servizi essenziali. Ma occorre allo stesso tempo una trasformazione del lavoro pubblico per far sì che chi è scettico dopo anni di inefficienza appoggi questo cambiamento, che va supportato per evitare di regredire alla situazione precedente, prendendo esempio dai Paesi che hanno realizzato politiche virtuose.



Lo Stato non deve fare utili, ma investire e ottenere il pareggio di bilancio. Le Spa pubbliche sui servizi essenziali sono un ibrido che sta facendo lievitare i prezzi e sta facendo scendere troppo la qualità del servizio. Possono essere oggetto di spese non giustificate con quote di corruzione a beneficio di personale interno, manageriale, e possono far parte, per loro stessa natura, di cartelli. Esempi lampanti dello spreco sono gli elicotteri per trasportare i pazienti urgenti e i canadair per gli incendi, in mani private a cifre milionarie all’ora. I privati o le Spa anche pubbliche per loro logica servono la regola del massimo profitto come principio. Non credo che debba essere un tabù, anche se nonostante questo spesso si è di fronte e servizi in concessione che lasciano a desiderare.



Non solo nel pubblico ma anche nel privato si vedono servizi scarni e di poca qualità, quando non si può vendere a prezzi alti per la scarsa domanda, mentre nel pubblico avviene anche per altri motivi endemici: quando uno Stato paga e nessuno controlla, ad esempio, dato che l’impiego statale è garantito. Oggi tutti i servizi di trasporti privati sussidiati tendono a pagare male il personale e offrono servizi scarsi. Una situazione che potrebbe anche peggiorare. In Italia, d’altra parte, ci sono grandi mancanze da parte dello Stato e c’è carenza di iniziative che aiuterebbero a regolare la situazione. E non solo nel campo trasporti.



Inoltre i privati investono là dove possono fare i migliori contratti o progetti e l’Italia attualmente non è un Paese tra i migliori in cui investire. Abbiamo però bisogno di investimenti e di rifare molte opere pubbliche, strade, ferrovie, ospedali, e non possiamo lasciare tutto ai privati: lo Stato deve per forza fare la sua parte. Paradossalmente oggi il privato non vuole o non può investire in un determinato progetto, ma lascia investire lo Stato. L’opera poi passa in concessione a chi la usa per realizzare i suoi proventi, deteriorandola con l’uso e non mantenendola adeguatamente. E in qualche caso, vedi ponte Morandi, succede la tragedia. Per quanto tempo questo circo deve continuare?

Se un’opera la fa lo Stato, deve essere lo Stato a condurla, naturalmente in modo adeguato. In Italia ci vuole un cambio radicale sul lavoro pubblico, regolando l’efficienza, la produzione, combattendo l’assenteismo e controllando il comportamento dei lavoratori pubblici. Credo si possano stabilire degli standard di produzione anche nelle aziende o servizi statali, regionali, comunali, offrendo la possibilità di verificarli online e di presentare allo stesso modo eventuali reclami da parte di opinione pubblica e media. Nei centri piccoli, per evitare l’inefficienza degli organi pubblici, si dovrebbe assumere personale, incluso vigili e poliziotti o carabinieri, che siano tassativamente residenti in altre zone, per evitare favoritismi.

Sono convinto che lo Stato debba occuparsi dei servizi essenziali in tutti i campi, dai trasporti alla sanità e all’educazione. Se al contrario non è presente c’è il rischio che si crei un monopolio dei privati, da cui deriva la necessità di un controllo del loro operato, per quanto tale controllo sia complesso da attuare concretamente.

antilleanatlantic@outlook.com

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