Il noto scrittore Gianrico Carofiglio, ex senatore del Partito democratico ed ex pubblico ministero barese a Linea Notte su Rai Tre si è scagliato contro la “gente sudata” di destra: “Siamo di fronte a una politica complessivamente squilibrata e con un’opposizione che mostra la responsabilità che abbiamo visto qualche giorno fa in piazza con un manipolo di gente sudata, accalcata, senza mascherine“. Davanti all’osservazione che in questi giorni abbiamo visto molti assembramenti in piazza, si pensi alle manifestazioni contro il razzismo, ecco che allora Carofiglio si è rifugiato nella “differenza di piazze“.



Renato Farina gli risponde allora dalle colonne di Libero Quotidiano: “Siamo passati a una fase nuova della dialettica marxista: il differente odore del sudore di piazza. C’è sudore di sinistra e sudore di destra. E quello di destra è antidemocratico“.

In effetti Carofiglio ha detto esplicitamente che al di là del rischio di contagio “il problema è il messaggio che si lancia al Paese da parte di leader di forze nelle quali io non mi riconosco. Mi piacerebbe una destra di un Paese democratico, avanzato che mostrasse civiltà, responsabilità, decoro e questo manca”. Farina ne fa una ‘parafrasi’ assai vivace: “I capi della destra sono dei puzzoni, e la loro gente è incivile quanto i suoi leader, ah come vorrei una destra azzimata, che non si spettina mai”.



FARINA VS CAROFIGLIO SU PIAZZA DI DESTRA “SUDATA”

Poi Farina affonda il colpo e parla di “razzismo antropologico della specie più infame, perché esibito con la dissimulazione di un vocabolario da damerino”, perché Carofiglio distingue tra chi è legittimato a scendere in piazza anche sfidando il contagio e chi no, una “graduazione delle civiltà, somiglia pazzescamente a un esame del dna intimo delle persone”.

Una grossa differenza ad esempio con Pierluigi Bersani, “tutto meno che viscido” nel giudizio di Farina, che parlando dei cimiteri che sarebbero stati pieni per il Coronavirus se avesse governato la destra è stato “pessimo ma sincero”. Invece Carofiglio, insiste Farina, “si unge di nardo, non lo stringi, guizza via con parolette fighette”. D’altronde La Repubblica presentando il romanzo proprio di Carofiglio in edicola con il quotidiano definisce lo scrittore barese capace di tenere una “lezione sulla verità e la menzogna“.



Farina dunque attacca anche la Repubblica che gli assegna il “triplice titolo di maestro del brivido, ma anche della verità, e soprattutto della menzogna”, in base al quale evidentemente Gianrico Carofiglio può “impartire al popolo bue la sua lezione di democrazia“. Democrazia che evidentemente rifiuta la “gente sudata” che non appartiene al consesso civile, frequentato solo da gente che si spruzza acqua di colonia al limone e si mette lacca nera sui capelli, come da ritratto di Giuseppe Conte sempre su Repubblica. Farina conclude: “Che sinistra del menga ci tocca sopportare”.