Carol Maltesi, perché l’assassino ha chiesto il rito abbreviato

Il nome di Carol Maltesi è tornato sulle prime pagine dei giornali in quanto Fontana, il suo assassino, ha chiesto il rito abbreviato. La donna è stata uccisa e fatta a pezzi nel suo appartamento di Rescaldina, a gennaio 2022, da Fontana, suo ex compagno, che non avrebbe mai accettato la fine della loro relazione. La richiesta del rito abbreviato ha fatto infuriare la stampa e l’opinione pubblica, che non vorrebbe che l’uomo possa scontare un giorno in meno di galera. Come spiega però “Il Dubbio”, le cose non stanno così, perché la legge n. 33 del 2019, voluta dalla Lega di Salvini, esclude l’applicabilità del rito abbreviato per i delitti puniti con l’ergastolo.



La questione è così complessa che l’istanza di ammissione ai riti alternativi presentata dagli avvocati di Davide Fontana è lunga 104 pagine. Innanzitutto, al gip del Tribunale di Busto Arsizio viene chiesto di ammettere l’imputato al rito abbreviato condizionato all’espletamento di una perizia psichiatrica. Questa, al fine di accertare la capacità di intendere e volere al momento del fatto oltre che a tracciare un profilo psicologico alla ricerca di patologie psichiatriche che possano aver influito sul comportamento. Il seguito, viene chiesto il rito abbreviato “secco”. Il tutto, considerando esclusione delle aggravanti contestate ossia premeditazione, motivi abietti, sevizie e crudeltà.



Carol Maltesi, le vie alternative dei legali dell’assassino

Dunque, cosa succede all’assassino di Carol Maltesi? Se il Gip escludesse le aggravanti, come richiesto dalla difesa, la pena, non essendo di ergastolo, consentirebbe all’imputato di accedere al rito abbreviato e dunque di usufruire dello sconto di un terzo della pena. La seconda richiesta, quella di accedere al patteggiamento per gli altri reati contestati a Davide Fontana, ossia occultamento e distruzione di cadavere, per i quali non è prevista la pena dell’ergastolo, è lecita perché secondo un’ordinanza del gup di Alessandria (28/5/2020) “l’impossibilità di accedere ai riti alternativi non può essere estesa anche agli altri capi di imputazione relativi a reati per i quali non è previsto il “carcere a vita”.



Se la richiesta venisse respinta, gli avvocati hanno pronta un’altra via: sollevare questione di legittimità costituzionale della pena dell’ergastolo. Se venisse respinta anche questa richiesta, i legali agiranno per una quarta via, spiega “Il dubbio”: sollevare questione di legittimità costituzionale relativamente all’ergastolo come pena ad effetto speciale.