Un caso “pilota”, di quelli destinati a far discutere non solo tra le aule di tribunale ma anche nel tessuto di un’opinione pubblica che non dimentica l’efferatezza di un delitto come quello di Carol Maltesi, la giovane uccisa, fatta a pezzi, messa in un congelatore e infine gettata in un dirupo nel 2022 a Rescaldina, in provincia di Milano. È il caso dell’ammissione di Davide Fontana, reo confesso dell’omicidio della 26enne, al programma di giustizia riparativa previsto dalla riforma Cartabia che concede ai detenuti un percorso di reinserimento con l’orizzonte di un possibile incontro con le vittime o i parenti delle stesse. Il primo caso in Italia.



A riportarlo è Il Corriere della Sera, secondo cui a Fontana sarebbe stata consentita la misura di recente introduzione che, pur non incidendo sull’iter processuale e penale e non essendo alternativa alla detenzione, consiste nella “ricostruzione del legame spezzato tra vittima, reo e comunità“. All’uomo, condannato in primo grado a 30 anni di carcere per aver ucciso Carol Maltesi mettendo poi in scena un lungo depistaggio prima della scoperta dei resti in un burrone, sarebbe quindi permesso un percorso psicologico per “riparare” a quanto commesso. A dare il via libera sarebbe stata la Corte del Tribunale di Busto Arsizio, riporta Il Giorno, in accoglimento della richiesta avanzata dalla difesa.



Carol Maltesi uccisa e fatta a pezzi, sì dei giudici al reinserimento di Davide Fontana: la reazione del padre della vittima

Davide Fontana aveva confessato il delitto della 26enne e, secondo la ricostruzione, avrebbe aggredito brutalmente Carol Maltesi a martellate, l’avrebbe sgozzata e avrebbe depezzato il cadavere per poi tenerlo in un congelatore prima di gettarlo, dopo diverse settimane, in un dirupo. Subito dopo aver assassinato la 26enne, avrebbe simulato un allontanamento volontario fingendosi lei in risposta ad alcuni messaggi dei familiari, ma il tentativo di depistaggio sarebbe crollato con il ritrovamento dei resti.



L’ok al programma di giustizia riparativa che sarebbe arrivato poche ore fa dai giudici lo renderebbe il primo detenuto a beneficiare di questa misura, introdotta dalla riforma Cartabia, in Italia. Un percorso di graduale reinserimento che sconvolge la famiglia della vittima, come riportato dal Corriere della Sera. Immediata la reazione del padre della 26enne, Fabio Maltesi, che si sarebbe detto “allibito e incredulo” nell’apprendere la notizia. I familiari di Carol Maltesi escludono l’ipotesi di un incontro con Davide Fontana, ritenendo impossibile l’orizzonte del perdono e della “riparazione”. Ma secondo i giudici, riferisce ancora il quotidiano, l’imputato avrebbe “manifestato sin dalla fase delle indagini preliminari la seria, spontanea ed effettiva volontà di riparare alle conseguenze del reato, tanto da aver chiesto scusa ai familiari della vittima sin dalla prima udienza dibattimentale” e potrà essere inserito in un circuito “riparatore” anche grazie al supporto di un “mediatore“. Durissimo lo sfogo della madre di Carol Maltesi ai microfoni di Ore 14: “Mi sento tradita dalla giustizia italiana. Non voglio vederlo libero, adesso ho paura per me e per il mio nipotino di 7 anni“.