E’ provata ma lucida Carola Rackete, capitana della Sea Watch 3 arrestata nelle passate ore. A dichiararlo sono stati i suoi legali, che hanno riferito anche le sue esternazioni dopo il lungo confronto avuto ieri. Dopo il suo arresto, la Germania ha reagito senza nascondere un certo sgomento alla decisione dei magistrati e degli inquirenti. A tal fine, spiega il quotidiano Il Giorno, i tedeschi hanno deciso di far partire una raccolta fondi per pagare le spese legali della donna 31enne. A lanciare l’iniziativa sono stato due volti noti della televisione tedesca, ovvero i presentatori Jan Bohmermann e Klaas Heufer-Umlauf, i quali hanno espresso solidarietà a Carola in un video su Youtube ed al tempo stesso hanno avanzato una richiesta di donazioni. “Con gli eventi degli ultimi giorni, questa politica priva di scrupoli ha raggiunto un nuovo picco di degrado. Chi salva vite non è un criminale. Da nessuna parte nel mondo e certamente non nella nostra Europa libera, democratica e accogliente”, ha spiegato, allegando la richiesta di partecipare alla raccolta fondi per contribuire alle spese legali. In poche ore sono già stati raccolti 400 mila euro, ai quali si vanno ad aggiungere i soldi delle numerose raccolte lanciate in tutta Europa in favore della Sea Watch e della sua capitana. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



“AVEVO PAURA, NESSUN ATTO DI VIOLENZA”

E’ stato un errore, non ci sarebbe nessun atto di violenza “solo di disobbedienza”. A riferirlo è la comandante della Sea Watch, Carola Rackete, ai domiciliari per violazione delle norme sul blocco navale. Tra domani e martedì, spiega Corriere.it, sarà sottoposta al giudizio di convalida. In un incontro con i suoi avvocati, ieri ha parlato per tre ore chiarendo i motivi del suo gesto. La 31enne non può rilasciare dichiarazioni ma tramite i suoi legali ha chiarito alcuni dubbi. A sua detta non si sarebbe fermata all’alt della Gdf per “un errore di avvicinamento alla banchina”. “Non volevo certo colpire la motovedetta della Guardia di Finanza. Non era mia intenzione mettere in pericolo nessuno. Per questo ho già chiesto scusa e lo rifaccio: sono molto addolorata che sia andata in questo modo”, ha riferito. La situazione, ha spiegato, era disperata e la paura era tanta, da qui la decisione di portare a terra le persone ormai stremate, ridotte alla disperazione. “Da giorni facevamo i turni, anche di notte, per paura che qualcuno si potesse gettare in mare. E per loro, che non sanno nuotare, significa: suicidio. Temevo il peggio. C’erano stati atti di autolesionismo”, ha aggiunto. Quindi ha definito il suo gesto solo un atto di disobbedienza e un errore di valutazione ma non avrebbe mai pensato di speronare la motovedetta della Finanza. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



LINARDI “TEMEVA IL SUICIDIO DEI MIGRANTI”

Carola Rackete, ormai arcinota capitana della Sea Watch 3 che nella notte fra venerdì e sabato ha forzato il blocco delle autorità portuali, attraccando a Lampedusa, si trova agli arresti domiciliari dopo la sua azione ritenuta ostile dalle leggi del Belpaese. Ai finanzieri che l’hanno accompagnata all’indirizzo scelto dove scontare la pena, ha continuato a ripetere: «Ho fatto tutto da sola, è una mia decisione. È solo responsabilità mia, di nessun altro. Non volevo fare danni, solo portare a terra quelle persone». Così la Rackete aveva deciso di sbarcare, attorno all’una di notte di venerdì 28 giugno. Dopo aver riunito i suoi uomini sul ponte ha comunicato loro: «La procura mi ha indagato ma mi ha detto anche che non riceveremo aiuto per sbarcare le persone che abbiamo salvato. Ho deciso di attraccare in porto, che di notte è libero». Giorgia Linardi, la portavoce della Sea Watch 3, ha invece sostenuto: «Carola non era in grado di trascorrere un’altra notte a bordo con i naufraghi che minacciavano il suicidio e con l’equipaggio costretto a fare doppi turni di guardia per impedire atti di autolesionismo». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CAROLA RACKETE, VIMINALE SMENTISCE CAPITANA

Quello che ha raccontato Carola Rackete, dopo essere scesa dalla Sea Watch 3, in merito ai migranti non sarebbe vero. Lo riporta Il Giornale, citando fonti del Viminale. La capitana aveva invocato lo “stato di necessità” per i 41 immigrati clandestini che si trovavano a bordo. Ma in realtà, stando a quanto riportato dal quotidiano, nessuno di loro stava male. «Resta quindi da capire a cosa si riferisse l’ong per giustificare l’attracco non autorizzato», spiegano queste fonti del Viminale. Nelle prossime ore gli inquirenti dovranno accertare cosa è successo durante le procedure di attracco, nel frattempo il Viminale avrebbe già accertato che lo “stato di necessità” invocato dalla Rackete non aveva fondamenta. «Nessuno dei 41 immigrati scesi dalla Sea Watch presenta malattie o problemi particolari come scabbia o disidratazione», dicono le fonti del Viminale, assicurando che per nessuno di loro è stato disposto alcun accertamento specifico o trasferimento verso l’ospedale di Palermo. (agg. di Silvana Palazzo)

#FREECAROLA SU TWITTER PER LA CAPITANA ARRESTATA

Sono molte in queste ore le voci che si levano a sostegno di Carola Rackete, la comandante della Sea Watch 3 arrestata questa notte dopo aver forzato il blocco della Guardia di Finanza nelle acque di Lampedusa. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia sentito da Huffington Post, è durissimo:”Siamo ormai di fronte a un paradosso assodato: salvare vite umane è diventato un crimine. Carola ha fatto benissimo. Ha applicato principi universali di tipo giuridico ed etico e ha tutta la nostra solidarietà. Purtroppo anche questa volta dobbiamo notare che chi salva vita umane in mare è visto con stigma e vero proprio odio, a cui, in questo caso, si aggiunge nei confronti della capitana una gravissima misoginia”. Nel frattempo da questa mattina spopola su Twitter l’hashtag #freeCarola, divulgato da quanti chiedono la liberazione della comandante tedesca. (agg. di Dario D’Angelo)

GREGORIO DE FALCO, “VA LIBERATA”

Carola Rackete, la giovane capitana della Sea Watch 3 che la scorsa notte ha forzato il blocco delle autorità, attraccando al molo di Lampedusa, verrà liberata nonostante sia stata messa da poche ore ai domiciliari. Ne è convinto Gregorio De Falco, ex comandante della Guardia Costiera nonchè attuale senatore del Gruppo Misto, che ha esternato il proprio punto di vista: «L’arresto di Carola Rackete è stato fatto per non essersi fermata all’alt impartito da una nave da guerra ma la nave da guerra è altra cosa – le parole riportate dall’edizione online di Leggo – è una nave militare che mostra i segni della nave militare e che è comandata da un ufficiale di Marina, cosa che non è il personale della Guardia di Finanza. Non ci sono gli estremi. La Sea Watch è un’ambulanza, non è tenuta a fermarsi, è un natante con a bordo un’emergenza. La nave militare avrebbe dovuto anzi scortarla a terra». Secondo De Falco, la Sea Watch era come un’ambulanza nel momento dell’attracco a Lampedusa, e vista l’estrema necessità, ha dovuto fermarsi al primo porto disponibile: «Sea Watch non avrebbe potuto andare in altri porti, il più vicino è Lampedusa e non aveva alcun titolo a chiedere ad altri, sebbene lo abbia fatto. Ha atteso tutto quello che poteva attendere finché non sono arrivati allo stremo; a quel punto il comandante ha detto basta ed è entrata per senso di responsabilità. Quella nave aveva un’emergenza e aspettava da troppo». Quindi il senatore conclude la sua disamina dicendo: «Dovrà tenersi conto del fatto che non ci sono gli estremi giuridici per tenere in stato di fermo la comandante Carola Rackete. Dovrà essere liberata per civiltà giuridica e umana». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

CAROLA RACKETE ARRESTATA

Carola Rackete è il personaggio del momento, ma nelle scorse ore i riflettori sono punti anche sul padre, pensionato benestante con una laurea in ingegneria elettronica e un curriculum importante nell’industria militare. In barba al pacifismo della figlia, capitana della Sea Watch 3, il papà di Carola Rackete ha creato la sua ricchezza nell’industria bellica tedesca, riporta il Corriere della Sera. Invece Francesca Totolo, autrice del libro “Inferno Spa”, è andata oltre spiegando che potrebbe essere ora consulente di sistemi militari. Inoltre, sostiene che ci sia una commistione tra Ong “umanitarie” e compagnie che si occupano di armi e combattimento. «Tutto ciò mi ricorda la Ong maltese Moas che nel direttivo aveva assoldato due ex ufficiali dell’esercito di Malta e un esperto di “sopravvivenza” in zone di guerra e titolare di una società produttrice di coltelli da guerra». Il riferimento è inquietante e andrebbe smentito o confermato dai diretti interessati. (agg. di Silvana Palazzo)

POLEMICA PER IL POST DI MAZZACURATI (FI)

Carola Rackete, chi è? Molti di voi non la conosceranno ma in queste ultime ore la sua fama è aumentata notevolmente. E’ infatti lei la 27enne che ha portato nel porto di Lampedusa la Sea Watch 3, violando il blocco delle forze dell’ordine, e facendo sbarcare i 40 migranti a bordo. La ragazza è stata arrestata e a breve verrà processata: rischia dai 3 ai 10 anni. Sul web non si parla d’altro e sono moltissimi in particolare sui social, i post a lei dedicati, sia in positivo quanto in negativo. Fa sicuramente parte di questa seconda schiero quello di Valentina Mazzacurati, 29enne coordinatrice provinciale di Forza Italia a Modena, con un passato da modella anche per Armani e Blumarine, di colore. Attraverso la propria pagina Instagram ha postato una foto della Rackete, scrivendo: «Possiamo fare qualcosa per farla assomigliare ad una donna? Se fossi conciata così… forse anche io mi dedicherei a fare la scafista». Inutile sottolineare come il post abbia creato non poche polemiche, come si evince dalla risposta della blogger Cristina Fogazzi, in arte l’«Estetista Cinica», che ha scritto: «Non mi interessa la questione politica mi interessa il fatto che quando si parla di una donna si vada sempre ad attaccare il suo aspetto estetico. Qui non è questione di essere iper-suscettibili, è essere proprio sceme. La cosa triste è che questa osservazione viene fatta da una donna su una donna. Non condividi la sua idea politica, la attacchi su quello. Non la attacchi perché è più o meno curata mentre pilota una nave». La Mazzacurati si è poi “giustificata” dicendo: «Sfatiamo questo mito. Non giudico le donne per il loro aspetto. Ma reputo che il decoro sia il primo requisito per poter essere autorevoli, anche nelle parole, oltre che nelle idee. #seawatch». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

CAROLA RACKETE CHI E’ LA CAPITANA ARRESTATA

Carola Rackete agli arresti domiciliari, politica e opinione pubblica divise sulla capitana della Sea Watch 3. Matteo Salvini ha tenuto a precisare: «Io spero che lunedì i giudici di Agrigento confermino l’arresto della comandante della Sea-Watch che questa notte ha fatto un atto di guerra contro il nostro paese, a se così non sarà abbiamo già pronto un decreto di espulsione». Ma sono in tanti a sostenere la 31enne, a partire da Emergency: «Tutta la nostra solidarietà a Sea Watch e alla capitana Carola Rackete. Hanno difeso i diritti umani dei migranti contro la disumanità». Così Cecilia Sarti Strada: «Il capitano Carola Rackete ha rispettato tutte le leggi, convenzioni, regole del soccorso in mare e la nostra Costituzione e fatto quello che doveva fare: assistere i naufraghi, poi sbarcarli nel porto sicuro più vicino. Invece le è stato dato l’ordine assurdo, irricevibile, di stare in mezzo al mare. Che cosa doveva fare il capitano con i naufraghi a bordo, mangiarseli? L’ordine di non sbarcare è ovviamente impraticabile, delirio puro, un ordine dato solo perché fosse costretta a violarlo. Per avere l’opportunità di arrestarla. Per dare un’altra botta al graaande, fiiinto nemico del governo: chi soccorre in mare». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

SAVIANO SU CAROLA RACKETE: “HA OFFERTO IL SUO CORPO”

Roberto Saviano si schiera pubblicamente dalla parte di Carola Rackete, la comandante della Sea Watch 3 finita agli arresti domiciliari dopo aver forzato il blocco della Guardia di Finanza e aver fatto sbarcare i 40 migranti da 16 giorni a bordo della nave Ong a largo di Lampedusa. Lo scrittore di “Gomorra” è intervenuto sulla sua pagina Instagram con un messaggio tradotto anche in tedesco e in inglese:”Carola, hai obbedito alla legge degli Uomini, gli stessi Uomini che più di 70 anni fa seppero scacciare nel buco nero della storia quelli che oggi rialzano la testa. Grazie per aver messo il tuo corpo in questa battaglia di civiltà”. Parole forti quelle di Saviano, con lo scrittore napoletano che ha tracciato un parallelismo tra l’epoca che viviamo e quella del fascismo, suggerendo di fatto come le pratiche di allora siano a suo avviso tornate pericolosamente di moda oggi. (agg. di Dario D’Angelo)

CAROLA RACKETE ARRESTATA

Carola Rackete arrestata, svolta per il caso Sea Watch 3. Come vi abbiamo raccontato, la nave ha fatto ingresso nel porto di Lampedusa nonostante l’alt imposto dalle autorità italiane. La 31enne tedesca è scesa dall’imbarcazione accompagnata da agenti della Guardia di Finanza ed è stata accompagnata da applausi e fischi provenienti dalla banchina. «Non ce la faccio più, devo portarli in salvo», le parole della capitana di Sea Watch 3, ma ora rischia grosso: oltre al sequestro amministrativo e una sanzione pecuniaria che va dai 20 ai 50 mila euro, l’ex membro di Greenpeace potrebbe ricevere una pena elevata per aver violato l’articolo 1100 del codice della navigazione: resistenza o violenza contro nave da guerra. Come sottolinea Il Messaggero, la comandante andrà agli arresti domiciliari. Carola Rackete ha trascorso la notte nei locali della caserma delle Fiamme Gialle di Lampedusa per formalizzare il verbale ed è stata fatta uscire intorno alle ore 11.00 da un’uscita secondaria.

CAROLA RACKETE, INSULTI E SOSTEGNO SUI SOCIAL

Protagonista di un lungo scontro a distanza con il ministro dell’Interno Matteo Salvini, la capitana di Sea Watch 3 nelle ultime ore è stata insultata pesantemente sui social dai soliti haters: tra chi le ha augurato lo stupro e chi l’ha accusata pesantemente di pensare soltanto agli immigrati, sono stati diversi i messaggi brutali e sessisti che hanno invaso la rete. Ma è grande anche il sostegno: l’hashtag #freeCarola spopola su Twitter e sono in molti a ribadire la vicinanza, politici e non. Ecco il messaggio di Gad Lerner: «Per quanto lo si mascheri da atto dovuto, l’arresto della Capitana della Sea Whatch 3, Carola Rackete resterà una macchia indelebile di disonore a carico di uno Stato che calpesta il principio del soccorso in mare, fingendosi minacciato e invaso da un equipaggio generoso e da migranti inoffensivi». Queste, invece, le parole del leghista Roberto Marcato: «Ma che brava persona questa “rivoluzionaria col grano”! Davvero una che ha un gran rispetto per il prossimo… COMPLIMENTI».