Durante la Festa della Lega di Barzago ieri sera il Ministro dell’Interno Matteo Salvini è tornato sul caso Sea Watch ed ha utilizzato parole molto dure nei confronti di Carola Rackete dopo la denuncia e querela subita proprio per i termini utilizzati nei giorni dell’emergenza Ong nel porto di Lampedusa. «gli sbarchi sono diminuiti, certo, ma mi è costato qualche denuncia… Carola mi ha denunciato, cioè persino la zecca tedesca mi ha denunciato». Il video è divenuto virale e di certo porterà ulteriore fuoco sul braciere dopo le parole molto dure riferite dalla “capitana” ieri a seguito dell’interrogatorio ad Agrigento: oggi su Twitter il Ministro dell’Interno è tornato nuovamente su quelle parole e ha sentenziato «L’eroina della sinistra è stata interrogata per quattro ore… Ci sarà un giudice che almeno stavolta farà rispettare le leggi, la sicurezza e la dignità del nostro Paese? Io non vedo l’ora di espellere questa comunista tedesca e rimandarla a casa sua». (agg. di Niccolò Magnani)



IL LEGALE “CAROLA È UNA PERSONA LIBERA”

Poco meno di 4 ore di interrogatorio davanti ai pm di Agrigento per Carola Rackete, la capitana di Sea Watch che si è detta “contenta” di aver avuto la possibilità le sue ragioni ai magistrati, sottolineando che a bordo “eravamo in stato di necessità”. Dopo il confronto coi pm ha parlato il legale di Carola, Alessandro Gamberini:”Si continua l’istigazione all’odio nei confronti dei cosiddetti “complici di trafficanti”, “assassini”: c’è chi se la beve e si chiede perché siano ancora in circolazione. La prima cosa è salvare la vita. Tutti sono stati avvisati, il porto sicuro più vicino era Lampedusa. Malta non solo era più lontano ma anche la direzione meno adeguata per le condizioni del mare. Lampedusa è un confine europeo e noi su questo vorremmo vedere un impegno al salvataggio della vita che finora non c’è stato. Criminalizzare l’impegno dei volontari che salvano vite è una vergogna. Carola è libera, come tutti noi. Se vuole andare in Germania può farlo. Non è più membro della Sea Watch, c’è stato un cambio di equipaggio e a quel punto farà altro, non ha fatto solo la capitana di Sea Watch. Farà quel che crede. Sicuramente su Sea Watch no. Intimidazioni? Gravissime e fan capire il significato che assumono certe parole d’odio diffuse irresponsabilmente da chi ha una responsabilità istituzionale”. (agg. di Dario D’Angelo)



CAROLA RACKETE SENTITA DAI PM

E’ iniziato stamane l’interrogatorio della capitana della Sea Watch 3, Carola Rackete, presso la procura di Agrigento. La 27enne comandante tedesca è finita sotto indagine con le accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e resistenza o violenza contro nave da guerra, come ricorda l’edizione online de La Stampa. Assieme a lei vi erano anche gli avvocati difensori Leonardo Marino e Alessandro Gamberini, mentre fuori dall’aula è rimasta la portavoce dell’organizzazione non governativa tedesca Sea Watch, Giorgia Linardi, e altri componenti della stessa Ong. In merito all’interrogatorio, invece, è condotto dal procuratore aggiunto Salvatore Vella. Alcuni attivisti hanno esposto uno striscione in favore della Rackete con la scritta «Salvare vite umane non è reato». Gli stessi, facenti parte della Rete delle Associazioni e di libere e liberi cittadini di Agrigento, hanno diffuso anche un volantino ai presenti.



CAROLA RACKETE, INTERROGATORIO AD AGRIGENTO

«È ora di prendere posizione – dicono gli attivisti, come riferisce La Stampa – a sostegno delle azioni di soccorso in mare delle Ong e degli atti di resistenza civile operati da attiviste e attivisti contro il clima di paura nei confronti dello straniero e delle diversità». Lo striscione è stato successivamente rimosso da due carabinieri, avvisati dal personale di vigilanza del palazzo di giustizia perché esposto nell’area interna del tribunale, cosa vietata. Nel frattempo non è passata la proposta della Lega di concedere la cittadinanza onoraria della città di Palermo ai finanzieri che sono stati speronati a Lampedusa proprio dalla Sea Watch 3 comandata dalla Rackete. Alla fine l’ordine del giorno è stato bocciato con 9 voti favorevoli, 4 contrari e 10 astenuti, tra i 23 consiglieri presenti, e dopo una discussione a dir poco accesa. Igor Gelarda, capo gruppo della Lega in comune, ha commentato la decisione così: «Evidentemente il fatto di essere in divisa e di essere cittadini italiani non è stato sufficiente ad indurre la maggioranza del consiglio comunale ad approvare un atto che per noi era assolutamente dovuto. La bocciatura è un atto politico, siamo pronti a dare battaglia affinché la cittadinanza palermitana non venga data a Carola Rackete».