Carola Rackete, la nota ex capitana della nave Sea Watch che nell’epoca pre-covid sfidò le autorità italiane facendo attraccare la propria imbarcazione a Lampedusa dopo aver speronato una motovedetta della guardia di finanza, sembrerebbe intenzionata a chiudere il proprio account di Twitter. Ad annunciarla è stata la stessa capitana, uscendo allo scoperto nelle scorse ore: “Sono stanca di Twitter, sto pensando di chiudere questo account. Soprattutto ora che Elon Musk prenderà il controllo della piattaforma. E no, non uso nemmeno altri social media”.
Il numero uno di Tesla e di SpaceX ha presentato una proposta per acquisire il social del cinguettio, ben 44 miliardi di dollari, e tale offerta pare sia stata accettata, di conseguenza a breve il visionario manager sudafricano sarà il padrone di uno dei social network più utilizzati al mondo. “Penso che l’estrema destra italiana abbia davvero bisogno di una vita fuori da Twitter”, ha aggiunto Carola Rackete, come risposta ad alcuni commenti di consenso ma per la maggior parte insulti e repliche ironiche, come ed esempio gif con il ‘gesto dell’ombrello’ oppure numerosi ‘ciao ciao’, come per dire “non ci mancherai”.
CAROLA RACKETE LASCIA TWITTER? ANCHE BEPPE SEVERGNINI MEDITA L’ADDIO…
Una decisione che non è quindi passata inosservata quella di Carola Rackete, e che giunge dopo che un illustre esponente del giornalismo italiano come Beppe Severgnini, starebbe meditando la stessa azione della comandante, ovvero, abbandonare appunto Twitter.
“Se free speech vuol dire libertà di insultare, diffamare, minacciare e mentire o di sovvertire la democrazia, allora Twitter non ci interessa più, caro Elon Musk”, ha scritto negli ultimi suoi tweet il famoso giornalista e opinionista tv. Evidentemente la rivoluzione promessa dal numero uno di Tesla, che vorrebbe un Twitter più libero da vincoli e quindi meno propenso alla censura, non starebbe andando a genio a molti, che temono uno spazio web dove si possa insultare, offendere e pubblicare qualsiasi tipo di contenuto, nel nome della libertà di informazione.