Carola Rackete è pronta a cambiare rotta. L’attivista ed ex comandante della Sea-Watch, a Repubblica spiega la sua decisione di candidarsi all’Europarlamento con Die Linke, partito di sinistra tedesco, per difendere l’ambiente. Rackete, attivista dei movimenti ecologisti e per l’abolizione dell’agenzia europea Frontex, potrebbe indossare i panni di Eurodeputata: “Fino allo scorso febbraio, quando mi ha contattato Die Linke, mai avrei pensato di candidarmi. Mi hanno proposto di farlo da “indipendente”. E io, sulle prime, ho rifiutato”. Poi, il cambio di rotta, per rimanere nel gergo navale: “Mi sono confrontata con alcuni amici dei movimenti a tutela dei diritti e con persone che non vivono in Europa ma subiscono le politiche decise a Bruxelles, compresa la pratica del fracking per estrarre gas. Non sono rappresentati politicamente. In più, in Germania abbiamo il 14 per cento degli adulti che non vota perché non ha il passaporto tedesco. Un vuoto di democrazia inaccettabile. Quindi, ho deciso di essere la loro voce”.
La scelta di non candidarsi con il Bundestag, per Carola Rackete, è arrivata “Perché ho sempre operato a livello europeo e internazionale, sia con il mio lavoro scientifico sia con le campagne cui ho partecipato”. Il suo obiettivo è quello di “Fare da watchdog per i movimenti. Molti cittadini non sanno cosa accade dentro al Parlamento europeo, di cosa si discute e di come si prendono decisioni che influenzano la vita di tutti. Mi impegnerò a fare informazione. Bruxelles è la seconda capitale mondiale delle lobby, con 25.000 lobbisti, c’è bisogno di più trasparenza”.
Rackete: “Il punto principale la giustizia climatica”
Il punto principale del programma di Carola Rackete è “La giustizia climatica. Per questo voglio far parte della Commissione ambiente, salute pubblica e sicurezza alimentare dell’Europarlamento”. La riforma da conseguire, per Rackete, è chiara: “Se vogliamo fermare la crisi climatica, dobbiamo ritenere responsabili i responsabili. Mi spiego: le grandi compagnie di petrolio, gas e carbone che hanno causato la crisi climatica, devono essere socializzate”. Secondo l’attivista, “Vanno presi i profitti che hanno fatto derubando la Terra e vanno distribuiti per finanziare la transizione ecologica”. Per l’Europa, “È un grande passo, lo so, però dobbiamo iniziare a parlarne. Già accettare che esiste questa possibilità significa renderla più concreta. Tecnicamente si può fare: in Germania nell’ultimo anno sono state nazionalizzate alcune compagnie del combustibile fossile perché stavano per fallire a causa”.
Per questo, Rackete promette: “A Bruxelles lotterò contro i negazionisti e contro i think tank che diffondono notizie false per influenzare la politica”. A Bruxelles, l’attivista non è certa se si occuperà o meno di migranti: “Non posso promettere che lo farò a livello legislativo perché, se eletta, sarò in Commissione ambiente. Ovviamente il tema rimane sempre nel mio cuore. Continuerò a sostenere la campagna contro Frontex”. E a Salvini, che ha commentato la sua candidatura, lei risponde: “Deve fare pace con un fatto: i magistrati italiani hanno fatto cadere ogni accusa contro di me. È interessante però vedere che l’estrema destra italiana e quella tedesca hanno reagito allo stesso modo alla mia candidatura. Alle prossime Europee la gente dovrà scegliere tra chi ha quel tipo di visione e chi invece propone la tutela dei diritti umani e dell’ambiente“.