Non si placa lo scontro a distanza tra Carola Rackete e Matteo Salvini. Come vi abbiamo raccontato, la capitana di Sea Watch 3 ha querelato il ministro dell’Interno, chiedendo il sequestro dei suoi profili Facebook e Twitter. La replica del capo del Viminale non si è fatta attendere, ironizzando sui social scelti (escludendo Instagram, ndr) e rispondendo per tono alle accuse. Il vice premier può contare sul sostegno della Lega ma non solo, anche Giorgia Meloni si è schierata al fianco del segretario federale del Carroccio, parlando di «inaccettabile attacco alla libertà di espressione da parte delle solite truppe immigrazioniste». Secondo la leader di Fratelli d’Italia, l’obiettivo della Rackete sarebbe quello di «censurare» Salvini e di metterlo nelle condizioni di non esprimere il suo pensiero. Piena solidarietà, dunque, da Giorgia Meloni: Salvini può contare sull’alleato di Centrodestra. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CAROLA RACKETE DENUNCIA MATTEO SALVINI
Lo aveva annunciato lo scorso 6 luglio tramite il proprio avvocato ma oggi la querela di Carola Rackete nei confronti di Matteo Salvini è ufficiale e nella giornata di domani sarà presentata alla Procura di Roma con tanto di esposto giudiziario: la comandante della Sea Watch 3, arrestata dopo lo sbarco forzato contro l’ordine della Guardia di Finanza (e poi rilasciata per decisione del Gip di Agrigento) ha deciso di denunciare civilmente il Ministro dell’Interno per istigazione a delinquere e diffamazione. La richiesta è però insolita con la giovane tedesca Carola Rackete che chiede ai magistrati di sequestrare i mezzi che veicolano il «messaggio d’odio» del Ministro, ovvero i social con pagine ufficiali su Twitter e Facebook utilizzate dal vicepremier della Lega. «Le parole utilizzate dal ministro nei confronti della mia assistita la stanno esponendo ad eventuali aggressioni: una vera e propria istigazione a delinquere»: nelle ore immediatamente prima dello sbarco e dopo con l’arresto, Salvini aveva in più occasioni definito «sbruffoncella», «criminale» e «pirata», la ragazza alla guida della nave salva migranti, bollandola come un pericolo per il Paese. Numerosi messaggi e minacce di morte sono giunte alla Rackete una volta condotta in arresto e oggi, dopo la scarcerazione, il tentato “contrattacco” viene richiesto con la querela da cui già era sorta una mezza bagarre politica negli scorsi giorni con l’attacco di Vincenzo Spadafora (Sottosegretario alle Pari Opportunità in quota M5s) contro Salvini in quanto «sessista e maschilista nell’aver attacca Carola».
SALVINI REPLICA ALLA QUERELA DI CAROLA: “RIDICOLA”
La Lega cresce nei sondaggi ed è sempre più elemento “divisivo” della politica italiana, nel frattempo il suo leader Salvini è sottoposto ad una particolare “attenzione” di tutti gli ultimi casi scottanti esplosi: i presunti fondi dalla Russia verso il Carroccio, la busta con proiettile indirizzata con “dedica” al «Ministro e Duce Salvini» di questa mattina per non parlare dello scontro su Autonomia e Decreto Sicurezza Bis con i rivali-alleati di Governo del M5s. Periodo molto intenso in cui si inserisce di nuovo e in modo preponderante il “caso” Carola Rackete: «è assolutamente corretta la mia decisione di violare il blocco del porto di Lampedusa. Una decisione fondata sui rapporti dei medici di bordo riguardo lo stato di salute dei migranti e su quanto riferito dai membri dell’equipaggio. Sulla nave la situazione era peggiorata al punto da non poter più garantire la sicurezza delle persone a bordo. Salvare vite umane è molto più importante di subire un procedimento penale», ha ribadito la “capitana” nella denuncia posta contro il Ministro dell’Interno. Non si fa tardare la replica del leader leghista, «La comunista tedesca, quella che ha speronato la motovedetta della guardia di finanza, ha chiesto alla Procura di chiudere le mie pagine Facebook e Twitter. Non c’è limite al ridicolo. Quindi posso usare solo Instagram?». Carola nella sua querela cita infatti le parole di Salvini sui due social e in alcune interviste rilasciate, in tutto 22 offese raccolte nella richiesta di querela pubblica: «mi ha definito pubblicamente e ripetutamente sbrufoncella, fuorilegge, complice dei trafficanti, potenziale assassina, delinquente, criminale, pirata, una che ha provato a uccidere dei finanzieri e ad ammazzare cinque militari italiani, che ha attentato alla vita di militari in servizio, che ha deliberatamente rischiato di uccidere cinque ragazzi e che occupa il suo tempo a infrangere le leggi italiane e fa politica sulla pelle dei disgraziati. La gravità della lesione al mio onore è evidente».