Carolina Crescentini è uno dei volti noti del cinema e della tv italiana. L’attrice, classe 1980, dal 2017 ha una storia d’amore con Francesco Motta, cantante. A farla innamorare, alcune caratteristiche rare, come racconta al Corriere: “Oltre a essere molto poetico, la sua sensibilità e ironia, che in una relazione è fondamentale. E poi ha gli occhi buoni. Francesco mi ha dedicato più di una canzone. Ci siamo incontrati in una radio che non esiste più. Mi guardava e riguardava, aveva tutti questi capelli ricci…”.



Il cantante ha sei anni in meno rispetto all’attrice: “La prima volta che siamo usciti, dopo un anno che ci sentivamo al telefono (io sono un po’ lenta), lo vedevo così giovane. Mi disse che aveva pubblicato un cd intitolato La fine dei vent’anni. Ho capito, gli risposi, ma quando sono finiti i tuoi vent’anni?”. Eppure la differenza d’età non è mai stata un grande problema tra i due: “Abbiamo gli stessi riferimenti culturali. Lo provocavo, gli dicevo che nel mio luogo di riferimento andavo col walkman, gli spiegavo cos’era. E lui: guarda che lo avevo anche io”.

Carolina Crescentini e il doppio matrimonio con Motta

Il luogo del cuore di Carolina Crescentini, come spiega nell’intervista al Corriere, era ed è il faro del Gianicolo: “Lo portai lì al nostro primo incontro. Non mi fidavo, volevo andare nel mio territorio: se fosse andato male, all’aperto mi sarei sentita libera di tornarmene a casa. È al Gianicolo che poi mi fece la proposta di matrimonio, mettendosi in ginocchio”.

Dopo la proposta di matrimonio, due nozze: “La prima volta a New York, la seconda è stata una cerimonia simbolica durata tre giorni in Toscana, perché ci hanno spiegato che, per complicate questioni burocratiche con gli Usa, per risposarci in Italia dovevamo prima divorziare sennò sarebbe stata bigamia. È uno strano limbo sposarsi a New York, città che amo, il melting pot, le gallerie d’arte… Ci ho vissuto quando dovevo rimettermi in asse e trovare la mia via”. A New York, racconta Carolina: “Vai al Municipio e ti danno un bigliettino, fuori compri le fedi, il bouquet, i testimoni. La tradizione vuole che nell’abito ci sia un punto di blu, così ho trovato una tee-shirt degli Aerosmith bianca punteggiata di blu”. In Toscana, invece, una vera e propria festa fatta di sorrisi e divertimento: “La cerimonia in Toscana è stata una divertente fricchettonata con tanta musica, gente che recitava. Un amico regista si fingeva sciamano, ha dovuto sottostare a dei riti, c’erano nuvole nere e io gli dicevo: “Dimmi che non pioverà”. Gli amici erano mescolati alle nostre due famiglie che si sono scoperte simili. Il matrimonio è una tale botta emotiva che la prima volta sola soletta è stata meglio. La seconda, ce la siamo goduta”.