CARROLL SHELBY, PERSONAGGIO REALE DI “LE MANS ’66 – LA GRANDE SFIDA”
Chi è stato Carroll Shelby, il pilota automobilistico e imprenditore statunitense protagonista del film “Le Mans ’66 – La grande sfida”? Questa sera, su Rai 1 (a partire dalle ore 21.25), andrà in onda il film del 2019 -titolo originale “Ford v Ferrari”– diretto da James Mangold ambientato nel mondo delle corse: la pellicola, candidata a ben quattro premio Oscar l’anno successivo, racconta dell’emozionante sfida che la Ford lanciò alla casa di Maranello nella seconda metà degli Anni Sessanta su una delle piste più leggendarie di sempre, grazie alla vettura visionaria progettata proprio da Shelby (interpretato da Matt Damon) e guidata poi dal pilota britannico Ken Miles (Christian Bale). Ma cosa sappiamo di loro e come è nato il loro mito?
Andiamo con ordine e per scoprire qualcosa di più sul biopic ambientato nel mondo racing di James Mangold raccontiamo innanzitutto chi è stato Carroll Shelby: nato a Leesburg (Texas) nel gennaio del 1923 e scomparso qualche anno fa, nel 2012, a Dallas, questo veterano di guerra nell’aeronautica militare cominciò a farsi conoscere nel mondo delle corse subito dopo il secondo conflitto Mondiale. Tornato in patria e poi anche giramondo sulle piste europee, gli appassionati di questo sport lo ricordano come ottimo pilota alla guida di Maserati e Aston Martin in Formula 1 sul finire degli Anni Sessanta, pur non vincendo nulla. Di gran lunga migliore è invece il suo palmares al volante delle cosiddette vetture sport (‘prototipi’ progettati e realizzati appositamente per questo genere di gare e disponibili in pochissimi esemplari) grazie a cui trionfò nel 1959 proprio alla 24 Ore di Le Mans.
CARROLL SHELBY, L’IMPRENDITORE USA CHE SFIDO’ LA FERRARI E…
Ed è da questo punto che il film di Mangold prende le mosse, raccontando di quel successo a bordo di una Aston Martin ufficiale e del successivo ritiro a soli 36 anni per via di un problema cardiaco congenito: abbandonata la carriera agonistica, Carroll Shelby decise così di reinventarsi come imprenditore nel settore delle corse. A seguito di alcuni tentativi quantomeno dimenticabili, ecco nel 1962 la svolta per la sua carriera: decise di mettersi davvero in proprio fondando la Shelby-American (questo è il nome datole nel 2003 a seguito del nuovo accordo stipulato con la Ford) e che esiste ancora oggi: lo scopo è produrre un’autovettura sportiva, ovvero la Cobra, una roadster granturismo rimasta nel cuore degli appassionati.
In seguito ai fatti narrati nel film, nel 1966 Miles e Shelby tornarono al lavoro proprio sul prototipo della Ford GT40 MK IV, ma la sessione di collaudi presso il Circuito di Riverside si trasformerà in una tragedia: a causa di un guasto ai freni, il pilota britannico morirà sotto gli occhi di Carroll e del figlio Peter. La morte di quello che non era solo un collega ma anche un amico sconvolse Shelby che decise poi di interrompere la produzione di vetture, pur continuando a portare avanti alcune collaborazioni come ad esempio quella per l’allestimento di versioni speciali dellaCarro. Anche per questo motivo, dieci anni prima della sua scomparsa Shelby fu inserito per i suoi meriti sia come pilota sia come costruttore nell’Automotive Hall of Fame –la cui sede è a Dearborn, in Michigan- nel 1992.