La carta del docente per l’anno 2024 e 2025 sarebbe dovuta essere arrivata in questo periodo. Tra i docenti il clima è di tensione, in quanto dal fisco italiano non arriva alcuna comunicazione sulla probabile ricezione della stessa.

Inizialmente lo strumento permetteva agli insegnanti di poter ottenere fino a 500 euro da poter spendere su due anni consecutivi. Ma recenti fonti – come anticipato da Sky Tg 24 – sosterrebbero che è in arrivo un taglio: dai 75€ ai 100€ complessivi sull’importo inizialmente previsto.



Carta del docente 2024 e 2025: iniziativa scaduta, ma cosa significa?

Nel momento in cui gli insegnanti beneficiari della carta del docente 2024 e 2025 si collegano alla piattaforma specifica per apprendere nuovi aggiornamenti, il messaggio che leggono è preoccupante e sempre lo stesso:

L’iniziativa è terminata, prossimamente avrà inizio la nuova edizione”.



Ad ottobre 2024 non si ricevono ancora notizie su quando arriva la carta del docente 2024 e 2025. Così come non viene comunicato di quanto sarà decurtata rispetto all’importo iniziale spettante.

La carta del docente 2024 è stata introdotta con la Legge 107/2015, secondo l’articolo 1, comma 121, il quale integra uno strumento mirato a permettere ai docenti (sia di ruolo che di supplenza annuale) di poter ricevere un contributo (pari a 500 euro) da poter spendere in attività inerenti all’attività scolastica.

Carta del docente 2024: dove acquistare e perché non arriva?

La preoccupazione sul ritardo della carta del docente è molto elevata. I docenti vivono un clima di ansia e tensione perché ogni inizio dell’anno scolastico, è un momento importante per programmare le attività e calibrare il budget su cui investire, come ad esempio i libri per l’aggiornamento professionale acquistabili con i 500 euro del contributo.



Le soluzioni su dove acquistare con la carta del docente sono molteplici: dai libri di testo ai programmi informatici, dagli eventi culturali ai biglietti per i musei gli spettacoli dal vivo, dai corsi di aggiornamento (purché svolti da enti accreditati dal Ministero) agli hardware.

Il contributo può essere speso anche in diverse soluzioni (e non obbligatoriamente in un’unica transazione).