In questi giorni non si fa altro che parlare della carta risparmio spesa 2023, che offre agli italiani 382 euro per acquistare prodotti alimentari essenziali. La misura di welfare tuttavia appare abbastanza ridotta in relazione al fabbisogno economico dei ceti meno abbienti e al rincaro costante dei prezzi dovuto all’inflazione: la carta offre infatti 382,5 euro alle famiglie che ne hanno necessità. Per questo, dal momento che esistono importanti restrizioni per chi ne voglia usufruire c’è chi si chiede se sia o meno compatibile con l’indennità di disoccupazione o Naspi.



Carta risparmio spesa 2023: a chi è destinata

Il contributo previsto per la carta risparmio spesa 2023, vale a dire un corrispettivo annuale di 382,50 euro, intende aiutare le famiglie che non percepiscono nessuna misura di sostegno al reddito così da agevolare l’acquisto di beni di prima necessità.
Tuttavia la carta risparmio non può essere percepita da coloro che percepiscono già altri sostegni e, anzi, usufruire della carta nega di conseguenza il beneficio di altri sostegni.
Più in generale, sempre sulla base del reddito ISEE, la carta risparmio spesa 2023 è rivolta ai nuclei famigliari in grave disagio economico.



La cattiva notizia è che tale misura non può essere ottenuta anche insieme alla Naspi.

Carta risparmio spesa 2023: chi non può riceverla

La carta risparmio spesa non spetta ai nuclei familiari che sono già in possesso delle seguenti agevolazioni:

  • Reddito di Cittadinanza;
  • Assegno di inclusione;
  • qualsiasi altra misura di inclusione sociale o sostegno alla povertà.

La carta non potrà essere erogata anche ai nuclei familiari all’interno dei quali è presente un beneficiario delle seguenti misure:

  • NASPI;
  • DIS-COLL;
  • Indennità di mobilità;
  • Fondi di solidarietà per l’integrazione del reddito;
  • Cassa integrazione guadagni – CIG;
  • forma di integrazione salariale, o di sostegno nel caso di disoccupazione involontaria, erogata dallo Stato.

I requisiti essenziali per avere la carta risparmio spesa sono i seguenti:



  • iscrizione dei componenti del nucleo familiare nell’Anagrafe della Popolazione Residente (Anagrafe comunale);
  • essere titolari di un ISEE Ordinario, in corso di validità, non superiore ai 15.000 euro annui.