Il numero uno della Fondazione Gimbe, il professor Nino Cartabellotta, è stato ospite ieri sera negli studi del programma di Rai Uno, Porta a Porta. Il dottor Vespa gli ha fatto una domanda lecita: “Siamo a due settimane dall’introduzione della zona gialla in quasi tutta Italia, possiamo tirare un sospiro di sollievo?”. In realtà il peggio non sembrerebbe essere ancora passato: “Siamo nella fase discendente della terza ondata e gli ospedali si stanno svuotando ma questo risultato riflette sei settimane di Italia di colore rosso e arancione, dal 15 marzo al 25 aprile. Gli effetti di un’Italia tutta gialla cominceremo a vederli dalla settimana prossima. C’è una settimana di ritardi di notifica – precisa – la finestra temporale su cui l’Iss valuta i dati varia da due a tre settimane. entro la fine della prossima settimana potremo vedere gli impatti delle riaperture e questo dipenderà molto anche dalla campagna vaccinale”.
A riguardo Cartabellotta ha proseguito: “Stiamo proteggendo molto le fasce anziane, l’80% degli over 80 è protetto, e ci avviamo verso un periodo di transizione, avremo tanti contagi e meno ospedalizzazioni, e motivo per cui si dovrà definire i nuovi parametri per la chiusura, con quelli attuali qualche regione potrebbe risalire a breve”. Si parla quindi del coprifuoco: “Quell’ora in più non può avere un impatto straordinario. c’è stato un impuntamento politico ma sarebbe stata una misura di buon senso portarlo alle 23”.
CARTABELLOTTA: “MOLTE DOSI DI ASTRAZENECA IN GIACENZA”
Sulle numerose dosi di AstraZeneca in ‘giacenza’: “In questo momento ci sono molte dosi di Astrazeneca che stanno rimanendo, come in Sicilia e nella provincia autonoma di Trento e ciò sta determinando uno spostamento della campagna vaccinale che è diventata di fatto Pfizer dipendente, le regioni stanno spostando il target dalle persone anziane a quelle più giovani”. E ancora: “Noi stiamo ragionando a prenotazioni e non a chiamata, per aumentare copertura vaccinale nelle fasce anziane bisogna anche ragionare con le chiamate”. Infine Cartabellotta aggiunge: “I no vax sono una percentuale piccola, ci sono i cosiddetti ni vax, che non sono ancora convinti ma non contrari al vaccino. In questo momento c’è bisogno di un supporto comunicativo di tutti se no fra qualche mese ci accorgeremo che alcune persone non si sono prenotate e non le abbiamo chiamate. Più si scende con la fascia di età e più c’è il rischio a mio modo di vedere che aumentino questi ni vax”.