Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ritiene che il “liberi tutti” non sarebbe dovuto essere consentito dal Governo: “Sincronizzare una scadenza burocratica con uno scenario desiderato, circolazione endemica del Covid-19, o addirittura fine pandemia, è stato un gravissimo errore”, ha detto in una intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano. Adesso l’Italia deve fare i conti con l’ondata di Omicron 5, con la consapevolezza che si poteva fare qualcosa in più per attutirla.
“I segnali che venivano dal Portogallo erano inequivocabili. Il 15 giugno la risalita dell’ondata e la crescita di BA.5 erano sotto gli occhi di tutti, ma era più importante togliere l’obbligo delle mascherine al chiuso”, questo il rimprovero dell’esperto ai vertici della politica. “A Draghi vorrei dire che in Cdm è meglio evitare i compromessi al ribasso sulla pandemia: questa ondata, oltre che sulla salute delle persone, avrà un impatto economico e sociale rilevante. A Speranza invece che decreti, circolari e ordinanze del Ministero sono necessari, ma non sufficienti”.
Cartabellotta: “Fine Covid decisa a tavolino, che errore”. Le misure da attuare per evitare conseguenze
Oltre a sottolineare gli errori del Governo, che ha deciso a tavolino la data della fine dell’epidemia di Covid-19, Nino Cartabellotta ha illustrato a Il Fatto Quotidiano anche le misure che ritiene necessarie per evitare che la situazione si complichi ulteriormente. “Va alzato un muro di protezione nei confronti dei fragili, cosa che non stiamo facendo. La quarta dose è solo un tentativo di alzare la protezione negli over 60, l’unica azione concreta che il governo può mettere in campo senza scontentare nessuno. Ma l’impatto sulla mortalità è soprattutto condizionato dalla quarta dose nei fragili, in particolare over 80, a oggi un flop senza precedenti con inaccettabili diseguaglianze regionali”.
È ancora da capire, invece, se i vaccini verranno somministrati alle altre categorie. Quelli aggiornati saranno a disposizione in autunno. I dubbi in tal senso sono tanti. “I sieri sono “tarati” su Omicron BA.1 e al momento le prove di efficacia sono relative alla risposta immune e non alla riduzione dell’infezione e, soprattutto, della malattia grave”.