Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervenendo questa mattina a Omnibus, su La7, ha ammesso che si “sta vedendo l’effetto delle misure introdotte che hanno cominciato a ridurre la curva dei casi attualmente positivi“. Restano però, a detta di Cartabellotta, parecchie incertezze su quando il Paese riuscirà ad uscire fuori dal tunnel della crisi sanitaria: “Secondo me ancora oggi sappiamo molto molto poco di questi vaccini che sono in arrivo, rispetto a quelle che sono le fasce” di popolazione che “realmente possono essere protette rispetto alla documentazione che è stata sottomessa agli enti regolatori“. Secondo il numero uno della Fondazione Gimbe, dunque, “al momento si può fare sicuramente una programmazione ma di massima, perché ad esempio i dati specifici su quella che è la protezione nei soggetti anziani, che in tutti i programmi vaccinali sono quelli che dovrebbero avere la priorità, non sono suffragati dalla possibilità di vedere realmente quale è esattamente la percentuale di protezione“.
CARTABELLOTTA (GIMBE): “SOVRACCARICO INFLUENZA A META’ GENNAIO”
Nino Cartabellotta ha proseguito la sua disamina spiegando come “a gennaio” le dosi “dovrebbero arrivare, ma si devono ancora verificare due cose: la prima quando arriveranno le approvazioni dalle autorità regolatorie, la seconda quando sapremo qual è la capacità produttiva delle singole aziende che sono in corsa. Ma è evidente che in questo momento abbiamo tante variabili sul piatto ed è molto difficile fare una programmazione di dettaglio. Ora noi stiamo ragionando su cose che speriamo che arrivino, ma ci sono ancora tante incertezze“. In ogni caso Cartabellotta ha predicato la massima prudenza sulla gestione delle riaperture in attesa dei vaccini: “Noi i primi effetti li abbiamo visti a tre settimane dall’introduzione delle Regioni a colori per intenderci, qualunque allentamento lo vedremmo tra tre settimane. In un momento come questo dove stiamo iniziando a raccogliere risultati dei sacrifici bisognerà agire con il bilancino. (…) Non possiamo arrivare a metà gennaio con la terza ondata. Ancora non stiamo vedendo il sovraccarico dell’influenza sul servizio sanitario nazionale, questo arriverà a metà gennaio e non possiamo arrivare con i servizi ospedalieri pieni“.