Lancia l’allarme la Fondazione Gimbe, nel suo ultimo bollettino settimanale sulla situazione covid, analizzando i contagi in forte crescita in Italia da sette giorni a questa parte, così come testimoniato dagli oltre centomila casi di ieri. Nino Cartabellotta, numero uno del think tank meneghino, sottolinea come i moltissimi isolati a causa del covid rischiano di paralizzare il paese: “L’isolamento domiciliare non è sinonimo di asintomaticità e bisogna chiedersi quanto costa al paese (giornate lavorative perse, attività chiuse per covid, vacanze cancellate, etc.) un’elevata percentuale di popolazione sintomatica e/o isolata a domicilio per Covid, che peraltro rischia di determinare un ‘lockdown di fatto’ su vari servizi, inclusi quelli turistici”.
Ecco perchè Nino Cartabellotta insiste nel consigliare la mascherina al chiuso, obbligo che ricordiamo è decaduto in Italia da diverse settimane praticamente in ogni luogo, tranne ospedali, rsa e mezzi pubblici: “Oggi l’utilizzo della mascherina rimane lo strumento più efficace che ciascuno di noi ha per arginare la diffusione del virus – ha proseguito Cartabellotta – utilizziamola, facciamolo per la nostra salute, per i professionisti sanitari stremati da due anni e mezzo di pandemia, per l’economia del nostro paese e per non ritrovarci nuovamente con gli ospedali in sovraccarico che causano inaccettabili ritardi alle cure di tutti i cittadini”.
FONDAZIONE GIMBE, CARTABELLOTTA E I DATI SUI RICOVERI OSPEDALIERI
A preoccupare la Fondazione Gimbe così come tutti gli addetti ai lavori, sono in particolare i ricoveri ospedalieri covid, che negli ultimi sette giorni sono saliti in maniera vistosa: “Sul fronte degli ospedali – spiega Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe – continuano ad aumentare i ricoveri sia in area medica (+32,6%) che in terapia intensiva (+36,3%)”.
Il 12 giugno, giorno in cui le terapie intensive hanno raggiunto il loro minimo storico, i posti letto occupati erano 183, mentre al 5 luglio erano 323. “Segnano un netto aumento anche gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – precisa Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 40 ingressi al giorno rispetto ai 29 della settimana precedente”.