Si dice preoccupato il dottor Cartabellotta, numero uno della Fondazione Gimbe, in vista dell’inizio dell’anno scolastico 2021-2022. «Puntare tutto sulla vaccinazione per la riapertura delle scuole in presenza è rischioso – le sue parole ai microfoni del quotidiano Il Messaggero – la probabilità di finire in Dad oggi è ancora medio alta. Facciamo due conti: in Italia ci sono 4 milioni e mezzo di giovani e giovanissimi in età scolastica e vaccinabili perché tra i 12 e 19 anni. Di questi il 16 per cento ha completato il ciclo, e il 17 per cento ha fatto la prima dose. Significa che abbiamo due ragazzi su tre che non hanno fatto alcuna dose. Se a questo aggiungiamo che per la fascia under 12 non disponiamo di alcun vaccino e che manca all’appello dei vaccinati il 15 per cento del personale scolastico, è evidente che ridurre la circolazione del virus nelle scuole passa inevitabilmente anche per altre misure».
Il giornalista fa quindi notare come nel piano scuola vi siano tutte una serie di accortezze come il distanziamento, le mascherine e via discorrendo: «Certo ma servono anche altre misure per evitare di sperimentare quanto è già accaduto l’anno scorso – ribatte Cartabellotta – nel piano si parla di areare i locali aprendo le finestre, ma questa non può essere la soluzione soprattutto nei mesi più freddi. E difatti il volume delle aule rispetto all’occupazione del numero di alunni condiziona in maniera importante la circolazione del virus. Ora è evidente che pianificare adeguati sistemi di areazione non è fattibile a ridosso dell’inizio dell’anno scolastico, ma è un intervento strutturale importante che andava programmato per tempo. Così come rinunciare ad una strategia di screening periodica e sistematica. Sono criticità che non abbiamo né affrontato né risolto, sperando di poterci affidare solo sul vaccino». Siamo quindi al momento in forte ritardo per quanto riguarda le scuole: «A meno che, per stimolare un’adesione rapida e massiva e raggiungere una copertura di almeno il 60-65 per cento, la struttura commissariale dai primi di agosto rivoluzioni il piano vaccinale rendendo prioritaria la vaccinazione dei giovani in età scolare. Ma così, con le dosi già prenotate, l’entità delle consegne attuali e l’esitazione vaccinale dei genitori siamo quasi ai limiti dell’impossibilità. Realisticamente è un obiettivo raggiungibile per fine novembre».
CARTABELLOTTA: “SIAMO ALL’AVVIO DI UNA QUARTA ONDATA”
Scuola e vaccini a parte, i contagi stanno risalendo da ormai un mese a questa parte: «Siamo di fronte all’avvio di quarta ondata per i contagi. Negli ultimi 4 giorni i casi sono stati quasi 25 mila con una media mobile settimanale su base giornaliera di oltre 6 mila casi. Se poi a ciò aggiungiamo che i tamponi effettuati sono pochi e i tassi di positività aumentano, è evidente che non solo il virus sta circolando di più, ma anche che c’è una quota di casi che non viene a galla. In generale bisogna aspettare qualche altra settimana per capire se ci sarà un’impennata dei casi, oppure i numeri si stabilizzeranno. Ecco perché è fondamentale mantenere i comportamenti raccomandati».
Conclusione dedicata al Green Pass esteso a numerose realtà commerciali, cosa che di fatto ha spaccato la politica: «Funzionerà – dice convinto il numero uno della Fondazione Gimbe – è ovvio che se immaginiamo una probabilità di contagio pari a zero non è possibile perché il vaccino protegge dal contagio all’88% con il ciclo completo e al 70% con la singola dose. Senza contare che, oltre a contenere la circolazione del virus, il Green pass è una “spinta gentile” alla vaccinazione. Ma bene essere realisti: con una variante così contagiosa come la Delta è fondamentale non abbandonare la mascherina al chiuso e usarla anche all’aperto in caso di assembramenti».