La pandemia Covid tra gli innumerevoli effetti nefasti sulla vita degli italiani ha provocato per l’anno 2020 la sospensione dell’esame per avvocati, con l’ultimo Decreto del 18 dicembre scorso che ha prodotto il definitivo annuncio sulle date dell’esame di abilitazione fissate per il 13-14-15 aprile 2021. «Ho a cuore la situazione dei giovani praticanti», ha spiegato la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia in una breve nota nel giorno del primo effettivo CdM del Governo Draghi.



I primi dossier su cui sta lavorando l’ex Presidente della Corte Costituzionale è proprio quello delle prove dell’esame di Stato per l’abilitazione alla professione forense, programmate per il 13-14-15 aprile prossimi: la Ministra e il suo staff «stanno studiando le modalità per garantire lo svolgimento delle prove in sicurezza nelle date già fissate». Per lo svolgimento di ogni prova scritta saranno assegnate 7 ore, ricordando che le prime due giornate di prova saranno dedicate alla redazione di pareri motivati di diritto civile e di diritto penale, mentre nella terza giornata i candidati aspiranti avvocati dovranno cimentarsi nella prova pratica con atto giudiziario su un quesito proposto in materia scelta dal candidato (tra diritto privato, il diritto penale ed il diritto amministrativo).



BLITZ CDX SULLA RIFORMA DELLA PRESCRIZIONE

In attesa delle novità prossime sulla composizione delle commissioni e soprattutto delle regole anti-Covid che dovrebbero normare l’intera sessione d’esame, la neo-Guardasigilli si concentra anche sull’altro dossier “scottante” del suo Dicastero, eredità diretta del suo predecessore Alfonso Bonafede. La riforma sulla prescrizione potrebbe essere il primo vero banco di prova del Governo Draghi dato che – con un M5s in pieno caos interno la fiducia al nuovo esecutivo – potrebbe emergere la profonda spaccatura sul tema che vede da un lato Lega, Forza Italia e Italia Viva e dall’altra l’ex maggioranza del Governo Conte. Insomma, un “nodo” politico tutt’altro che facile per la neo-Ministra Cartabia che potrebbe ritrovarselo a breve in Parlamento visto l’emendamento presentato al Milleproroghe da Fratelli d’Italia per abolire la riforma Bonafede contro la prescrizione: con la mossa di Giorgia Meloni ora Berlusconi e Salvini potrebbero essere tentati a votare contro Pd, M5s e Leu e così anche Matteo Renzi che già si è espresso contro la riforma “giustizialista” dell’ex Guardasigilli in quota 5Stelle.



Il ministro dei rapporti col Parlamento, Federico D’Incà, ha chiesto di ritirare la norma o avrebbe posto il parere contrario del Governo in merito ma lo scontro politico è pronto ad esplodere: la scorsa settimana il vertice tra Cartabia e i capigruppo di Lega, M5s, FI, Pd, LeU, Iv – la maggioranza Draghi in sostanza – ha provato a “sminare” il terreno della prescrizione portandola in aula solo quando vi sarà una strutturale riforma del processo penale ma ora con l’emendamento FdI lo scontro potrebbe tornare di stretta attualità. «Vogliamo sperare – dice Andrea Delmastro Delle Vedove (autore dell’emendamento meloniano)– che Forza Italia e Lega non facciano passi indietro e che si discuta del tema»: il punto è proprio capire come Lega e forzisti potrebbero votare contro un emendamento di fatto uguale a quello già presentato mesi fa dal berlusconiano Francesco Paolo Sisto, sostenuto all’epoca anche da renziani e Calenda. «La ministra Cartabia ha detto che la prescrizione si discuterà insieme a tutta la riforma del processo penale? Benissimo, io sono il primo a essere d’accordo con la guardasigilli. Infatti il mio emendamento non è abrogativo ma sospensivo: congeliamo la legge Bonafede in attesa di riformare tutto il resto», conclude Delmastro a Il Fatto Quotidiano. «Ci teniamo fuori come da impegni presi con il ministro Cartabia. Ci siamo impegnati a non inserire questo tema nel Milleproroghe, altrimenti avremmo dovuto votare a favore dell’emendamento», spiega Enrico Costa, oggi Azione ma ex Forza Italia.